Alla ricerca dell'armonia
29 Gennaio 2011
Siamo in viaggio verso Torino, dove Shrila Gurudeva terrà oggi pomeriggio e domani un seminario sul tema: “La ricerca di armonia nelle relazioni”.
L'auto scorre veloce sull'asfalto. Così incessante scorre la nostra vita. Il tempo, ci dice Shrila Gurudeva, lavora per noi. Ci è amico, poiché ci ricorda che il senso di questa vita va ricercato oltre le cose che passano, oltre la mutevolezza di questo mondo, oltre ciò che è effimero.
Anche il tempo, dunque, è maestro di vita. Ci insegna a ricercare lo scopo, l'essenza, affinché ogni viaggio sia verso la sua meta.
In auto cantiamo la lode ai sei Gosvami, discepoli di Shri Caitanya, fulgidi esempi di umiltà, rinuncia, devozione e dedizione a Dio.
Shrila Gurudeva ci dice:
“Se comprendiamo il significato di questa preghiera che rievoca le qualità dei sei Gosvami, realizziamo che questa lode contiene la struttura di sapere fondamentale per portare armonia nelle relazioni. Il seminario di oggi dovremmo farlo condurre ai sei Gosvami di Vrindavana, e così faremo. Mi ispirerò alla loro saggezza; invoco le loro benedizioni affinché ci aiutino a svelare il segreto dei segreti, la chiave per entrare in armonia con noi stessi e con gli altri: amare Dio e in Dio amare ogni creatura; farsi umili servitori per favorire il bene di tutti. Senza questo impegno costante, le relazioni non durano, si rovinano; tutto si disperde e si confonde in una tristezza senza fine.”
Siamo arrivati a Torino. Inizia il seminario. Ci sono una cinquantina di persone. Sin da subito entriamo in un clima di sintonia, di genuina cordialità, quasi di confidenza. Diverse tra queste persone hanno già ascoltato e visto Shrila Gurudeva attraverso le video-conferenze durante gli incontri introduttivi al seminario organizzati da alcuni devoti. Si percepisce una buona predisposizione. Shrila Gurudeva comincia a parlare e tutti noi entriamo in un laboratorio: cominciamo a lavorare profondamente su noi stessi, sulle nostre relazioni. L'energia spirituale che percepiamo ci infonde coraggio, forza, fiducia; gli insegnamenti che ascoltiamo ci aiutano a far luce nel nostro mondo interiore, ci suggeriscono come fare per realizzarci nel nostro sé, nell'incontro con gli altri e con Dio.
“Come superare le amarezze e le delusioni nelle relazioni?
Come non rimanere agganciati dai processi mentali distruttivi nostri e altrui?
Come possiamo assumerci responsabilità nelle relazioni senza cadere nella trappola delle aspettative/pretese?
Per assumersi delle responsabilità dobbiamo fare progetti, ma per avere successo è fondamentale che si abbiano aspettative aperte, non rigide. Le incognite all'interno delle relazioni sono infinite, dunque fissarsi nevroticamente sulla realizzazione di un progetto nella forma in cui lo avevamo inizialmente concepito non può che produrre blocchi e sofferenza. Occorre che immaginazione e desideri non siano condizionati dalla rigidità”.
“L'universo è regolato non solo da forze fisiche ma anche da leggi etiche, tra cui quella della remunerazione di ogni azione. La nostra coscienza è dunque il giudice più severo ed ineludibile”.
“Quando aiutiamo gli altri ad evolvere, sperimentiamo naturalmente una profonda soddisfazione, ben superiore rispetto all'eccitazione effimera dei sensi, perché quella soddisfazione ci fa intravedere la realtà oltre i condizionamenti”.
Shrila Gurudeva prosegue spiegando in che modo è possibile portare armonia nelle relazioni: in primo luogo attraverso la pratica delle virtù (sattva-guna). Descrive dunque le caratteristiche fondamentali di tamas, rajas e sattva.
“Tamas paralizza le relazioni, rajas le fa scintillare ma come fuochi di paglia, mentre sattva le costruisce su basi armoniose e solide, che durano nel tempo.
La consapevolezza spirituale si rafforza se incrementiamo nella nostra personalità la componente sattvica, che affina le facoltà superiori e rende accessibili anche i mondi invisibili, quelli che sono oltre la percezione sensoriale ma che costituiscono il fondamento anche del mondo in cui viviamo.
Se chiedessimo ad un saggio: “Qual è la disgrazia più grande?”, questi ci risponderebbe: “Essere inconsapevoli”.
Nella consapevolezza non c'è disgrazia, qualsiasi cosa accada. La persona consapevole, infatti, coglie il senso di ogni cosa, di ogni evento, perché nella vita tutto ha senso, nell'universo tutto ha uno scopo evolutivo. Sta a noi coglierlo”.
“Nelle relazioni è importante imparare l'arte di “comportarsi come se io fossi te”, perché ci aiuta a capire l'altro, ad entrare dentro la sua solitudine, la sua paura, nella sua riflessione esistenziale, nelle sue più intime e profonde aspirazioni. E' fondamentale entrare in empatia, immedesimarsi con la persona senza però fondersi in essa, perché solo in questo modo possiamo offrirle il nostro contributo, valorizzando i suoi pregi e aiutandola così a superare le sue debolezze.
Nelle relazioni dobbiamo ricercare l'anima, il collegamento tra il nostro sé e il sé dell'altro, liberandoci dalle zavorre. Quali sono le più gravose? Gli attaccamenti egoistici, a causa dei quali la psiche entra in distorsione. La nostra è una sfida continua alle tendenze distruttive”.
“Quando pensiamo di migliorare la nostra posizione a danno di altri, stiamo danneggiando noi stessi.
Quando pensiamo di qualificarci squalificando altri, in realtà squalifichiamo noi stessi.
Quando incolpiamo altri dei nostri insuccessi, abbiamo già incolpato noi stessi”.
“Se impariamo a correggerci comprendendo che il bene altrui non è differente dal nostro e se coltiviamo l'umiltà, quella autentica, superando arroganza e orgoglio, possiamo gradualmente entrare in contatto con la nostra originaria matrice divina, sentire che la bellezza ci pervade e che noi non ne siamo proprietari ma beneficiari. Siamo strumenti di quella forza divina che crea la bellezza dentro e fuori di noi e che è l'unica vera gioia che possiamo sperimentare in questo mondo e condividere con gli altri.
Lungo questa via, ardua e in salita, ma che ci conduce alla meta, possiamo realizzare il vero diamante della vita: l'Amore che si esprime attraverso il servizio e la devozione a Dio e a tutte le creature (Bhakti). Nel picco della sua evoluzione Dante dice: “Mi sento come una ruota che gira senza sforzo”, ed è l'Amore che fa girare quella ruota!
La Bhakti è la regina che regna incontrastata sulle titaniche forze della natura e la devozione e il servizio sono gli strumenti migliori per realizzare questo divino supremo Amore.
Prosperano quelle relazioni che si riferiscono ad un principio superiore, che si consolidano nel servizio alle creature e a Dio, perché ciò le salva dalle limitazioni, ambivalenze e conflittualità intrinseche alla natura umana.
La Bhakti non è un'astrazione, non è il portato di un movimento religioso; è una forza che attraversa l'universo e che ogni essere può riscoprire in sé come la sua reale essenza”.
30 Gennaio 2011
La domenica pomeriggio ci predisponiamo ad un laboratorio ancora più approfondito di lavoro su noi stessi. Ciascuno dei partecipanti al seminario scrive su di un foglio la sua più grande difficoltà relazionale, ciò che più gli pesa sul cuore e ostacola il suo cammino. Abbiamo desiderio di aprirci e lo facciamo, senza timore. Tanti di noi si ritrovano nelle situazioni di vita descritte da altri; ci sentiamo meno soli e ancora di più uniti nella condivisione e nella meditazione sulle riflessioni che Shrila Gurudeva ci offre e che ci aiutano a superare le nostre problematiche, imparando ad applicare gli insegnamenti spirituali della Bhakti ai nostri casi personali. Stiamo crescendo assieme.
L'esperienza di visualizzazione meditativa si fa sempre più intensa e affronta temi delicati che attengono alle seguenti principali categorie di problematiche relazionali: paure; dipendenze; arroganza, risentimento, collera; aspettative e pretese; confusione e carenza di discernimento; incapacità di perdonare.
Il seminario si conclude con questa toccante esperienza di condivisione e di meditazione.
Nel viaggio di ritorno verso casa ci scambiamo le nostre riflessioni, come da sempre Shrila Gurudeva ci stimola a fare, per fare tesoro dalle esperienze vissute e delle realizzazioni degli altri.
“Fissate bene nella vostra coscienza i momenti di Vaikuntha che avete vissuto. Queste memorie saranno in grado di contrastare le tristezze che sorgono prodotte dalle distorsioni mentali, dagli errori d'impostazione, dagli stati di auto-commiserazione. Quegli speciali momenti in cui percepiamo che non ci manca niente, che siamo felici con quel che siamo, sono la prova dell'esistenza di un'altra dimensione. Il rimpianto per ciò che non c'è più o il pensare che il passato avrebbe potuto essere migliore ci condiziona e ci blocca; pensiamo piuttosto che quel che abbiamo in questo nostro presente è la somma totale degli atti pii che in milioni e milioni di esistenze incarnate abbiamo compiuto ed è la piattaforma di lancio per un nostro futuro migliore. Eliminate malinconie, rammarichi, rancori. Cerchiamo di vivere nel presente!”
E' il momento della Gayatri. La cantiamo osservando il paesaggio innevato, mentre ancora dentro di noi pensiamo: “Non potrebbe esserci presente migliore!”
E' ancora buio, ma la notte sta lasciando il posto al giorno, e noi con fiducia stiamo andando verso la luce. I passi nella neve non fanno rumore. Sono soavi, candidi e lasciano impronte grandi, profonde, facili da seguire. E' con questi passi che il nostro Maestro ci sta guidando sul sentiero che ci riporta a casa.
Vostra servitrice,
Madhavipriya dasi