Diario del Seminario sulla Bhagavad-gita: incontri e darshan con Shrila Gurudeva
Queste alcune riflessioni di Shrila Gurudeva durante incontri e darshan con alcuni devoti e partecipanti al Seminario:
“Vorrei che si rinnovasse lo spirito sempre fresco della Bhagavad-gita, come un albero vivo che dà continuamente frutti. E noi, nutrendoci di questi frutti, possiamo far crescere il nostro amore per Dio. Possiamo dimenticare tutto ciò che ci circoscrive così pesantemente, come lo spazio e il tempo, e fare un'esperienza di infinito, di beatitudine e d'immortalità da vivi. Dobbiamo imparare a guardare alle persone come esseri spirituali ricoperti di una struttura fisica e avvolti in un groviglio psichico, scorgendo l'anima prigioniera dentro al corpo.
Si possono incontrare difficoltà nel comprendere il concetto di fede o di abbandono a Dio, ma una volta superate grandi benefici ci attendono! (Continua la lettura di questo articolo)Attraverso il percorso spirituale della Bhakti possiamo vivere una nuova gioventù, un'altra primavera, e vedere di nuovo l'alba della coscienza. Questo percorso dà accesso a stati di consapevolezza superiore, ma non si deve disfare un altare per costruirne un altro. Non si deve negare quel che prima è stato fatto. Si deve invece dare ad esso un rinnovato senso e valore. Ognuno di noi ha bisogno di trovare il proprio porto sicuro nel gran mare dell'essere, senza visioni dicotomiche tra materia e spirito. Prakriti e Purusha sono come due fiumi che cercano la loro confluenza. Ed è la Bhakti che può riunire la materia allo spirito. Ringraziamo Shrila Prabhupada per gli insegnamenti e la vita meravigliosa che ci ha donato!
Se fate un'esperienza autenticamente spirituale, che produce commozione e felicità intensa, state pur sicuri che nel giro di breve tempo si costituirà dentro di voi una forza di altrettanta potenza ma di segno contrario. Perché la psiche è l'arena nella quale si scatenano le forze inconsce, e persino grandi mistici e yogi hanno dovuto fare i conti con l'aspetto ombra della loro personalità. Sono diventati grandi perché sono riusciti a sconfiggerlo. Nella nostra esperienza, se perseveriamo nel cammino della sadhana-bhakti, queste ombre cedono d'intensità e la parte luminosa, propositiva, costruttiva ed evolutiva della personalità cresce sempre di più. Ma dobbiamo comprendere che anche gli ostacoli fanno parte del percorso.
Le persone che persistono nel male sono sempre in cerca di alibi e di complici, perché da sole quelle persone non sanno stare: sono assalite dalla loro coscienza, giudice infallibile ed ineludibile. Quel che può salvarci da una condizione di vita infernale è la ricerca della purezza, perché è la purezza la forza.
E' amando che impariamo ad amare e che ci sentiamo amati. In questo percorso realizziamo la vera libertà: quella di non possedere niente, solo l'Amore. L'Amore che salva dalla morte”.
Queste parole mi fanno ricordare quelle che una nostra cara compagna di viaggio che ha vissuto con noi l'esperienza del Seminario ci ha citato e che appartengono a Mario Luzi, poeta toscano: “E detto questo posso incamminarmi spedito tra l'eterna compresenza del tutto nella vita nella morte, sparire nella polvere o nel fuoco se il fuoco oltre la fiamma dura ancora”.
La sensazione più forte che oggi provo è quella che un'altra nostra cara amica, provando lo stesso sentimento, così ha sintetizzato: “uno in tanti”. Questa sensazione di unità nella diversità è quella che maggiormente si percepisce in esperienze come questa. Il supremo Spirito crea le condizioni perché la condivisione si realizzi, fino a diventare comunione. “Spirito” in sanscrito si traduce anche con il termine prana, pneuma, respiro. Come il respiro permette la vita del corpo, così il sat-sanga, la compagnia spirituale, ci permette di non soffocare nelle nostre bolle psichiche risvegliando in noi il soffio vitale, quello dell'anima. Questa è la straordinaria forza spirituale che sprigiona dal sat-sanga. E la vita ricomincia a fluire.
Vostra servitrice,
Madhavipriya dasi