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La storia di Varuthini Ekadashi

Yudhisthira Maharaja disse: “O Vasudeva, Ti offro i miei più umili omaggi. Descrivi ora, Ti prego, l’Ekadashi della quindicina di luna calante del mese di Vaisakha (aprile-maggio), i suoi meriti specifici e il suo potere.”

Il Signore Shri Krishna rispose:
“O re, in questo mondo e nel prossimo, l’Ekadashi più propizia e generosa è Varuthini Ekadashi, che cade nella luna calante del mese di Vaisakha. Chiunque osservi un digiuno completo in questo sacro giorno vede completamente cancellati tutti i suoi peccati, ottiene una felicità continua e ogni fortuna. Digiunando in Varuthini Ekadashi, anche una donna sfortunata ottiene ogni fortuna. A chiunque la osservi, questa Ekadashi concede il piacere materiale in questa vita e la liberazione dopo la morte. Distrugge tutti i peccati e salva la gente dalle sofferenze di una nuova nascita.

Osservando adeguatamente questa Ekadashi, il re Mandhata ottenne la liberazione. Anche numerosi altri re ottennero beneficio da questa osservanza, re come Maharaja Dhundhumara della dinastia di Iksvaku, che si liberò dalla lebbra dovuta alla punizione decretata da Shiva.

Tutti i meriti guadagnati compiendo austerità e penitenze per mille anni possono essere ottenuti da una persona che osserva Varuthini Ekadashi. Gli stessi meriti acquisiti donando una grande quantità d’oro durante un’eclissi solare a Kurukshetra vengono ottenuti da chi osserva questo digiuno di Ekadashi. In verità, chi osserva quest’unica Ekadashi con fede e devozione certamente ottiene ciò che desidera, in questa vita e nella prossima. In breve, questa Ekadashi è pura, entusiasmante e distrugge ogni peccato.

Regalare elefanti è meglio che regalare cavalli, e donare terra è meglio che donare elefanti. Ma meglio che donare della terra è regalare semi di sesamo, e meglio ancora è distribuire oro. Ancora meglio che regalare oro è donare cereali, perché tutti gli antenati, gli dèi e gli esseri umani si sentono soddisfatti quando mangiano cereali. Non c’è dunque migliore carità di questa, nel passato, nel presente o nel futuro. (1)

Eppure, i grandi studiosi hanno dichiarato che consegnare una fanciulla in sposa a un uomo degno equivale a donare cereali. Inoltre, Shri Krishna, Dio, la Persona Suprema, ha detto che dare mucche in carità vale quanto donare cereali. Ancora meglio di tutto questo è insegnare la conoscenza spirituale agli ignoranti. Eppure, tutti i meriti che si possono ottenere compiendo tutti questi atti di carità si raggiungono digiunando in Varuthini Ekadashi.

Chi vive sperperando i beni delle proprie figlie sarà condannato a una vita d’inferno fino all’inondazione dell’universo intero. O Bharata, bisogna dunque stare bene attenti a non usare le ricchezze delle proprie figlie. O migliore tra i re, chiunque si impadronisca per avidità dei beni di una figlia, cerchi di vendere sua figlia o accetti denaro dall’uomo al quale ha dato sua figlia in sposa, diventerà un miserabile gatto nella sua prossima vita.

È detto dunque che chi dà in sposa, come sacro atto di carità, una fanciulla decorata con vari ornamenti e le fornisce anche una dote, ottiene un merito che non può essere descritto nemmeno da Citragupta, il primo segretario di Yamaraja nei pianeti celesti. Ma questo stesso merito può essere ottenuto facilmente da chi digiuna in Varuthini Ekadashi.

Il giorno di Dasami, che precede l’Ekadashi, bisogna astenersi dal mangiare in piatti di ottone o bronzo, dal mangiare qualsiasi tipo di urad dal, dal mangiare lenticchie rosse, ceci, kondo (il kondo è un cereale generalmente consumato dalle classi più povere,e somiglia ai semi di papavero), spinaci o miele, dal mangiare in casa d’altri, dal mangiare più di una volta e dai rapporti sessuali.

Nel giorno di Ekadashi bisogna astenersi dal gioco e dallo sport, non bisogna dormire durante tutto il giorno, masticare noci o foglie di betel, non bisogna spazzolarsi i denti, far girare voci o critiche, né parlare con persone che hanno abbandonato la vita spirituale. Inoltre, non bisogna incollerirsi né mentire.

Nel giorno di Dvadasi, il giorno dopo Ekadashi, non bisogna mangiare in piatti di ottone o bronzo, né mangiare urad dal, lenticchie rosse o miele; non bisogna stendersi, né affaticarsi, né mangiare più di una volta. Inoltre, non si devono avere rapporti sessuali, né radersi, spalmarsi il corpo di unguenti o mangiare in casa d’altri.”

Il Signore Shri Krishna continuò:
“Chiunque osservi Varuthini Ekadashi in questo modo si libera da tutte le reazioni del peccato e torna nella dimora eterna e spirituale. Colui che adora il Signore Janardana in questa Ekadashi rimanendo sveglio per tutta la notte si libera da ogni peccato e raggiunge anch’egli la dimora spirituale.

O re, chi teme i propri peccati e le reazioni che ne conseguono, e la morte stessa, deve dunque osservare Varuthini Ekadashi con un severo digiuno.

Infine, nobile Yudhisthira, chi ascolta o legge questa glorificazione della sacra Varuthini Ekadashi ottiene il merito guadagnato donando mille mucche in carità, e alla fine ritorna nella sua dimora originale, accanto a Shri Visnu.”

Così termina la narrazione delle glorie di Vaisakha-krishna Ekadashi, o Varuthini Ekadashi, dal Bhavisya-uttara Purana.

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(1) Distribuire cereali in dono è un atto molto propizio. Un giorno Yudhisthira Maharaja chiese al Signore Shri Krishna:
“Mio Signore, dimmi, è possibile salire in paradiso anche senza compiere sacrifici o sottoporsi all’austerità?”. Shri Krishna rispose:

trividham svargam ayati vina yajnena bharatah
annadau jaladas caiva aturas ca cikitsakah

“O figlio di Bharata, coloro che donano cereali da mangiare, acqua da bere o medicine ai bisognosi salgono in paradiso senza compiere alcun sacrificio o sottoporsi ad alcuna austerità.” (Mahabharata)

Inoltre, Shri Krishna afferma nella Bhagavad-gītā (3.14):
annād bhavanti bhūtāni,
“Tutti gli esseri si nutrono di cereali.”

Il dono di cereali da mangiare è dunque considerato come il regalo più importante. Per di più, se questo cibo è prasādam, cibo santificato preparato per Krishna e offerto a Lui con devozione, chi lo mangia ottiene la liberazione da questo mondo.

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