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Un incontro tra due mondi: l’amore e la grazia in un momento di transizione

di S.G. Shriman Matsya Avatar Prabhu

Martedì 19 novembre 2024 è stata una giornata che rimarrà scolpita nella mia memoria come un incontro tra il tangibile e l’eterno, in una piccola stanza dell’ospedale di Careggi. L’ambiente era semplice, ma carico di intensità spirituale. Bhakta Andrea Paolinelli, un devoto visibilmente segnato dalla malattia, ci ha accolti con una disponibilità interiore che superava ogni fragilità fisica.
Con me erano presenti Gauravani Das, Candravali Dasi, Prahlada Bhakti Dasi, Ramacandra Prabhu e alcune altre care persone. Nonostante la situazione apparentemente greve e dolorosa, si è creato un clima di profonda connessione empatica e ispirazione spirituale.
Appena arrivato, mi sono rivolto a Bhakta Andrea, condividendo con lui e con i presenti un pensiero che era risuonato in me durante le ultime ore notturne come una verità universale:

“chi si è autenticamente amato non lo perdiamo mai, così come chi ci ha amato veramente non ci perde mai. La vita, con tutte le sue vicende, è un impareggiabile maestro che ci educa, anche attraverso il dolore e la sofferenza, a diventare persone migliori”.

Le parole sembravano arrivare al cuore di Andrea, i cui occhi, nonostante l’estrema debolezza fisica, brillavano di gioia e speranza. La cameretta, con i suoi silenzi e respiri affaticati, si è trasformata in un luogo di elevazione, un piccolo santuario dove l’eterna e possente misericordia di Dio si manifestava nel momento presente.
Abbiamo trascorso un’ora piena, colma di significato e amore. Alla fine della visita, mentre mi stavo accomiatando, ho elogiato il suo cammino di costante progresso spirituale. Guardandolo negli occhi, gli ho chiesto se potessi fare qualcosa di significativo per lui, affinché affrontasse con serenità e fiducia il Viaggio che aveva davanti.
La sua risposta è stata disarmante e profondamente significativa: “Desidero che mi accetti come discepolo, che mi dia l’iniziazione spirituale.”
Così, considerando la natura di estrema urgenza, attraverso un rito abbreviato, ho cantato con lui un giro di Hari-Nama-japa e gli ho conferito la sacra iniziazione Hari-Nama, dandogli il nome di Aniruddha Dasa. Tutti i presenti hanno partecipato con gioia e commossa solidarietà, rendendo il rito un momento di profonda unità spirituale.
In quell’istante, ogni distanza tra maestro e discepolo, tra la vita e la morte, sembrava dissolversi. Era un momento denso di grazia, un’epifania dell’amore divino che non conosce confini.
Questo incontro non è stato un addio, ma una celebrazione della continuità della vita spirituale, che non si interrompe con la fine del corpo, ma prosegue, nutrita dall’amore e dalla guida di Dio.

La malattia, la sofferenza e il distacco non sono solo eventi dolorosi, ma possono diventare momenti di profonda trasformazione e apertura alla verità più alta: l’amore per Shri Krishna.
Ci ricordano che siamo viaggiatori in un percorso che trascende il tempo e lo spazio.
In questi momenti, la presenza amorevole e la connessione spirituale diventano un ponte verso l’eterno, dove la paura e il dolore si dissolvono e rimane solo l’Amore.
Che tutti possiamo trarre ispirazione da questo incontro, imparando a vivere con maggiore consapevolezza spirituale, ad agire amorevolmente con tutti e a lasciare che ogni esperienza ci trasformi in persone migliori.
Con spirituale affetto, auguro a Aniruddha Dasa e a tutti voi, cari lettori, una meravigliosa vita in viaggio verso Dio colma di amore e misericordia!
Matsya Avatar das

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