l'amore tra terra e cielo
Villa Vrindavana 5 settembre 2011, Shri Radhasthami.
In questi ultimi mesi abbiamo partecipato a diverse celebrazioni di matrimoni religiosi di nostri confratelli. Sono stati momenti toccanti, di grande ispirazione per le lezioni che il nostro Guru Maharaja ha tenuto e per la partecipazione affettuosa di così tanti cari devoti.
Le storie di vita si evolvono, maturano, si collegano e s'intrecciano. Come nelle stagioni che si susseguono nel corso dell'anno, così anche noi stiamo testimoniando nella nostra storia personale e in quella delle anime che ci accompagnano in questo viaggio, tante fasi che si succedono, con cambiamenti e a volta rivoluzioni che mai avremmo potuto immaginare prima.
Quel che di tutto ciò più mi colpisce è che nella vita dei devoti, di coloro che seriamente stanno praticando i valori e i principi spirituali della Bhakti, questi cambiamenti sono tutti diretti verso l'alto: le persone cambiano in meglio, organizzano meglio le loro vite, diventano più accoglienti, comprensive e affettuose, vivono meglio e fanno star meglio gli altri.
In queste cerimonie sacre, una delle caratteristiche più evidenti e magnifiche è stata la partecipazione attenta e felice di tanti amici e parenti degli sposi, molti dei quali prima d'ora non erano mai nemmeno entrati in un tempio, ma che in queste circostanze speciali, alla presenza di Guru Maharaja, di tanti devoti sinceri e dello sguardo benedicente delle Divinità, hanno aperto il loro cuore ad una visione spirituale dell'esistenza che li ha sommersi di ispirazione e di gioia. Questi sono i piccoli grandi miracoli della Bhakti, che sono resi possibili per la presenza dei Bhakta, di autentici innamorati del Signore e di tutti coloro che sono in cammino verso di Lui.
Ieri a Villa Vrindavana, nella giornata di sommo buon auspicio di Shri Radhasthami, è stato celebrato il matrimonio religioso di Raseshvari Devi e Rupanuga Prabhu, devoti che sono cari al cuore di tutti noi.
Qui di seguito riporto alcuni degli insegnamenti che Guru Maharaja Shriman Matsyavatara Prabhu ci ha trasmesso in questa occasione speciale.
“Quella che stiamo per celebrare è una cerimonia che riguarda non solo Raseshvari Mataji e Rupanuga Prabhu ma noi tutti, ed anche il cielo e la terra che s'incontrano all'orizzonte.
L'essere umano non è semplicemente un individuo, prima di tutto è persona. Il termine “persona” evidenzia la natura e la consistenza relazionale che ha ciascun essere. Noi siamo e viviamo in relazione agli altri. Gli altri aiutano la nostra crescita, ci arricchiscono, ci mettono alla prova e ci offrono occasioni per superare i nostri limiti.
Nel matrimonio religioso due persone entrano in un rapporto sacro che fa di loro quasi una sola entità, non perché ci sia una fusione nella quale una delle due si perda, ma perché esse assieme – ciascuna con la propria individualità – costituiscono una nuova entità che è la famiglia spirituale attraverso la quale entrano in relazione con il mondo, con il sole e con la luna, con il Divino in ogni sua manifestazione.
La sacralità è uno status importante che è sostanziato da attività compiute con spirito di sacrificio e nel servizio a Dio, Shri Krishna. Sono proprio lo spirito di sacrificio e il servizio che rendono le relazioni stabili, proficue, produttive, benefiche e durature.
Oggi in questo giorno eminentemente sacro, nel più genuino spirito della Bhakti adoriamo Shrimati Radharani, che è l'energia d'amore del Signore, nella sua forma più compiutamente e perfettamente espressa, ed è la sorgente di hladhini shakti, la beatitudine spirituale. E' questo amore spirituale che andrà a costituire il nucleo fondante della vita di questi sposi.
Nella tradizione di Shri Krishna Caitanya Mahaprabhu, l'amore più puro è rappresentato dall'amore delle Gopi per Krishna, le quali erano pronte ad ogni sacrificio pur di dedicarsi al Signore per il Suo piacere. Perciò Shri Caitanya Mahaprabhu ha definito l'amore delle Gopi per Krishna come grande, anzi come grandioso: il grandioso amore delle Gopi, di cui Shrimati Radharani è la regina.
Nella Caitanya Caritamrita, Adi lila, capitolo quarto, Krishnadas Kaviraja Gosvami spiega in profondità la qualità e la natura di questo amore, definendo subito che è tutt'altra cosa rispetto alla lussuria, all'amore egoistico, alla passione che fa godere dei propri sensi. Krishnadas Kaviraja spiega che l'amore autentico è servire per dare gioia al Signore, ed è da questo amore che scaturisce un'ineffabile felicità, di cui neanche la più opaca espressione è paragonabile per gusto e intensità alla più grande gratificazione sensoriale. Hladhini shakti, l'energia d'amore divino, è anche gioia, soddisfazione, appagamento profondo, che riempie l'anima e rende così completi da non voler ricercare nient'altro. Oggi, nella forma di Shrimati Radharani, stiamo celebrando questo supremo amore, e sicuramente per sposarsi non c'è giorno di migliore auspicio.
Nella tradizione vaishnava il matrimonio, vivaha samskara, è un rito che consacra la vita di due persone ad un progetto comune volto alla realizzazione spirituale. In questo contesto il matrimonio deve servire ad avvicinarsi al Cielo ed è strumento di conquista del divino amore; conquista che non avviene con la forza ma con la dolcezza, con la comprensione, con il servizio, con la valorizzazione dell'altro e con l'affetto (priti).
Nel percorso verso l'evoluzione, gli istinti e le passioni si faranno sentire, così come gli stimoli sensuali e sessuali. Come poterli gestire? Esiste un'arte, una scienza, una metodologia, un'epistemologia per affrontare queste spinte verso il basso che la vita incarnata ci riserva e a lungo, non soltanto nel periodo dorato della luna di miele, ma anche in quella che io chiamo la “luna di fiele”, quando emergeranno gli aspetti più oscuri e meno gradevoli della propria e altrui personalità. I voti presi con la sacra Diksha saranno la più grande protezione, e tutti noi possiamo cogliere l'occasione del sacrificio del fuoco che ci apprestiamo a celebrare per rinnovare i nostri voti. Ricordiamoci che siamo esseri umani, non bestie, quindi siamo fatti per il sacrificio, per dedicarci a Dio e agli altri con spirito ascetico e abnegazione. Tapas e Diksha sono infatti due pilastri della vita spirituale, che ci proteggono da offese, da cadute, dalle distrazioni e tentazioni che possiamo incontrare nel nostro viaggio verso la realizzazione di Dio, Krishna. Diksha significa prendere i voti e così consacrare le proprie azioni e la propria vita, che altrimenti apparterebbero esclusivamente al mondo biologico-fisiologico della prakriti. Tapas è ciò che rende effettiva questa consacrazione, perché è lo spirito di sacrificio, la forza della coerenza, la capacità di compiere ascesi, l'accettazione volontaria di disagi per raggiungere lo scopo superiore che ci siamo prefissi. Tapas è la forza di affrontare gli ostacoli con serenità, con quella fiducia che viene dall'esperienza di vita, dall'esercizio costante delle pratiche spirituali.
Tapas e Diskha arricchiscono la vita e la persona, arricchiscono le relazioni che hanno al centro Shri Krishna. Quando uno dà all'altro, quando lo ama e quando è benevolo verso di lui, non si spoglia ma si veste, non perde ma acquisisce, non invecchia ma ringiovanisce, non muore ma rinasce. È l'altro che permette a noi di rinnovarci costantemente e di diventare immortali.
Leggiamo dal Rig Veda, ottavo mandala, trentunesima parte, versi da 5 a 9: “Marito e moglie in dolce accordo offrono oblazioni di latte agli dei. Le loro ricompense non terminano mai perché spremono il soma”. Spremere il soma vuol dire sostenersi e servirsi reciprocamente e assieme servire Dio.
“Così marito e moglie ottengono l'oro”. L'oro non è la ricchezza mondana ma sono le buone qualità: lealtà, compassione, misericordia, carità, fedeltà, verità, pulizia, solidarietà, coraggio, pacificità, soddisfazione per quello che si ha e serenità interiore.
“Devoti al sacrificio e accumulando ricchezza, essi servono l'Immortale e adorano gli dei, congiunti in reciproco amore”.
L'amore per Dio non toglie nulla all'amore tra i coniugi, anzi lo purifica e lo fa risplendere. Così come l'amore tra i coniugi non toglie niente all'amore per Dio, e l'amore per la gente non toglie niente all'amore tra i coniugi e all'amore per Dio, anzi lo arricchisce.
L'essere spirituale non ha bisogno del mondo, ma l'essere umano necessita del mondo per evolvere e liberarsi dai propri condizionamenti: è creatura nel mondo e con il mondo, e si realizza attraverso le cose che compie, per gli altri e con gli altri. L'essere incarnato necessita del mondo così come uno scienziato necessita di un laboratorio di ricerca per fare i suoi esperimenti.
Nelle relazioni ci sono sfide, equilibri che di volta in volta vengono meno, ma queste sono sempre ottime occasioni – nel laboratorio della vita - per ristabilire equilibri di ordine superiore. E non aspettate a farlo domani: impegnatevi subito! Non lasciate le persone in preda all'ansia, non voltate loro le spalle, ricostruite subito un equilibrio superiore laddove si sono create tensioni e spaccature.
L'augurio più grande che oggi possiamo fare agli sposi è un incoraggiamento a vivere nella realtà, sat. Che possiate vivere secondo i principi che la Bhagavad-gita ha descritto nel quarantaduesimo shloka del diciottesimo capitolo. Che possiate vivere la vostra esperienza matrimoniale in maniera piena e cosciente di Krishna, comprendendo bene i vostri ruoli e le responsabilità che avete all'interno di questo rapporto consacrato. Ci sono principi che sono considerati pilastri della vita matrimoniale ed altri invece che sono dettagli, che possono essere modificati a seconda di tempo, luogo e circostanza, ma i pilastri invece debbono permanere sempre. Uno di questi pilastri è che il matrimonio non deve essere infranto. Ed oltre a ciò: prendetevi amorevole cura l'uno dell'altro, aiutatevi ad avanzare spiritualmente. Questo è indispensabile.
Curate i reciproci bisogni affettivi, emozionali, psicologici ed oltre a quelli date soddisfazione all'innata, increata, sempiterna aspirazione di ogni essere a ricongiungersi con Krishna, che è lo scopo supremo dell'esistenza”.
Durante la celebrazione del sacrificio del fuoco offriamo laudi in onore di Shrimati Radharani e delle Sue compagne eterne, le Nityamanjari.
Sempre di più diventiamo consapevoli che stiamo celebrando un rito archetipico, un matrimonio mistico, come quelli narrati nel Rig Veda e come quello che ha unito la terra al cielo.
Così trascorre soavemente e con sobrietà, e con piena concentrazione, questo importante giorno che rimarrà sempre nei cuori non solo degli sposi ma di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di partecipare a questa cerimonia sacra ed adorare il Signore nella Sua più misericordiosa espressione d'Amore.
Jaya Shri Radhe!
Jaya Radhe Radhe!