Un’esperienza di Bhakti nelle scuole
Il Centro Ecumenico e Interreligioso di Agliati, ha organizzato un progetto con tre importanti Scuole Medie di Pisa (Scuola Fibonacci, Scuola Carducci, Scuola Galilei) rivolto alle classi terze, dal titolo: “Dialogo tra le religioni. Cercare ciò che unisce, cercare ciò che divide, conoscere per comprendere”. Il coordinatore di questa iniziativa, il Sig. Massimo Capocchi, ha chiesto la disponibilità di vari rappresentanti di culti religiosi, per interagire con gli studenti durante l'ora di religione spiegando le rispettive scelte di culto, nello specifico: Induismo, Buddismo, Islam, Fede Baha'i.
Ringrazio di cuore il Centro Studi Bhaktivedanta per avermi offerto l'opportunità di partecipare a questo progetto. Quando Madhavipriya d.d. me ne ha parlato, accennandomi all'eventualità di incontrare un paio di classi, non sapevo quello che avrebbe significato per me questa esperienza. In totale le classi terze coinvolte sono state quindici, e le lezioni sono avvenute alla presenza delle professoresse di religione delle rispettive sezioni.
I ragazzi sono stupendi. Ciò che mi ha aiutato a relazionarmi con loro sono stati la curiosità e l’interesse sincero che hanno manifestato, il desiderio di conoscere, il bisogno di esprimersi facendo domande. Lo strumento che mi ha dato la possibilità di aprire il dialogo ed entrare in empatia con la classe è stato il canto del mantra Om Namo Bhagavate Vasudevaya e la prima strofa del Gayatri mantra. Tutte le classi terze hanno la possibilità di collegarsi a internet, perciò grazie alla proiezione di immagini su di uno schermo gigante è stato possibile ascoltare il suono del mantra, recitarlo assieme e scoprirne il significato.
Ad ogni inizio lezione, il saluto con le mani unite (Namaste) è stato di buon auspicio per evocare il collegamento con il Divino. È stato interessante far emergere termini di origine sanscrita che sono diventati di uso corrente nella nostra lingua, qui in Occidente, e che fanno da ponte con una tradizione e cultura di grande valore che arriva dall'Oriente. Il filo conduttore che ha facilitato lo svolgimento di questa esperienza, in ciascuna classe, è stato il riconoscimento di valori portanti attraverso la scoperta del significato delle seguenti parole: Om, Ahimsa, Karma, Samsara, Yoga, Ayurveda, Veda, Dharma, Atman, Mantra, Mudra, Mandala.
Tra le domande più ricorrenti: “Ma come si chiama il Dio degli induisti? Dove pregano? Perché la mucca è considerata sacra? Che cosa mangiano gli induisti? Come faccio a capire se ho già vissuto in un'altra vita? Ma se rinasco, poi mi ricordo di quello che ho fatto prima?”
Grazie alla spontaneità delle loro richieste, ho provato gioia nel rispondere cercando di offrire la mia esperienza e stimolando la riflessione evocando nuove visioni.
Nel fare diretto riferimento a come vivo la mia scelta spirituale, con il mio stile di vita, grazie all’interazione con i ragazzi, ho compreso che scoprirsi è bello, perché dove c'è luce, la scintilla divina risplende e riflette ulteriore luminosità.
Un simbolo che ha colpito più di uno studente è il significato originario della croce a quattro braccia (svastika). La scoperta del suo valore in relazione al benessere, ovvero all' “essere bene” e all'antica cultura dell'India è stato accolto con sincera gratitudine.
Un altro elemento, il fuoco, collegato ai riti sacri della tradizione indovedica, ha suscitato molto interesse come simbolo del Divino.
Sono grata agli insegnanti che hanno contribuito a far accogliere i valori etici dell’Induismo per trovare ciò che unisce le persone nelle diverse manifestazioni della devozione e dell’amore per Dio.
Vijayamurti d.d.
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