Dalla forma all'essenza
Quel che conta non è la veste, ma il lavoro che facciamo su noi stessi per sfrattare gli anartha o meglio, trasformarli in virtù.
Nessuno sa quanto tempo gli resta da vivere, considerate dunque questi istanti un investimento prezioso.
Ciò che conta è quanto siamo riusciti ad evolvere in questo segmento di vita incarnata, quanti nodi caratteriali abbiamo sciolto e quanto amor puro per Dio abbiamo sviluppato.
È la nostra coscienza che ci giudica, attraverso il nostro comportamento, perché il nostro vero demone è il nostro carattere. I demoni sono boia di se stessi perché chi provoca sofferenza in egual misura ne riceve.
Liberiamoci da ciò che non è sattva guna.
Un vaishnava non è tale se non si libera dal peso del rancore anche verso chi lo ha offeso. Il perdono è sopra ogni cosa.
Si possono prendere le distanze senza infierire e pregare per coloro che stanno già scontando i propri debiti karmici.
Noi non dobbiamo sostituirci alle leggi del karma, bensì aiutare le persone a diventare migliori.
Nessuno di noi può dare per scontato di avere davanti a sé decenni di vita, a cominciare da chi vi parla.
Dobbiamo purificarci esteriormente e interiormente, risolvere al più alto livello la nostra umanità e sviluppare le 26 qualità universali descritte nella Cc. Madhya-lila.
Così, Krishna si manifesta alla nostra coscienza e torniamo a sentire la nostra relazione con Lui attraverso la pratica della bhakti nei vari rasa: contemplazione, servizio, amicizia, amor filiale e altri dolcissimi sentimenti
Con spirituale affetto,
Matsya Avatara das
sattva guna,, bhakti,, anartha,, karma,, Madhya Lila,, vaishnava,, Matsya Avatara das,