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Le Nozze Mistiche tra Terra e Cielo

Nel dodicesimo capitolo della Bhagavad-gita, Shri Krishna offre varie possibilità e strumenti di evoluzione, adatti ai vari livelli di coscienza, fino a spiegare chi sono le persone a Lui infinitamente care (shloka 13-20).

“Colui che, colmo di fede, s'impegna completamente in questa imperitura via del servizio di devozione, facendo di Me il fine ultimo, Mi è infinitamente caro”.


Quel che fa la differenza nella vita non è tanto cosa o quanto possediamo, bensì l'uso che ne facciamo.

Cosa stiamo facendo con le nostre energie, con il nostro tempo, con il nostro intelletto?
Questa è la domanda da porci.

In fondo la prakriti, se messa al servizio del Signore con il puro desiderio di servirLo e soddisfarLo, è uno strumento che ci aiuta ad evolvere.

In molte preghiere della nostra e di altre Tradizioni viene descritta la bellezza del creato, per cui si ringrazia il Signore per averci donato il sole, la luna, le stelle, così come nel Rig Veda s'inneggia alla bellezza fulgente delle aurore, con tutto il loro portato simbolico per il risveglio della coscienza.

La prakriti viene celebrata non come materia ma come dono divino. L'officiante del rito, nella tradizione della Bhakti, è colui che unisce in nozze mistiche Cielo e Terra, che dona le ricchezze della Terra al Cielo e le ricchezze del Cielo alla Terra.
In ciò consiste il significato profondo di sacrificio, l'arte di rendere sacro tutto quel che si ha, e infine la nostra vita stessa.

Matsyavatara das

sacrificio, cielo, terra, krishna, bhakti

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