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Alla ricerca di ispirazione

Shrila Prabhupada ha spiegato più volte che per evolvere occorre ricercare la compagnia di altri spiritualisti, seri, impegnati, autentici.
Sadhu-sanga, la compagnia di chi vive in “sat”, la Realtà, è infatti indispensabile per ristabilire, mantenere e rafforzare sempre più il proprio equilibrio psicologico e la propria salute spirituale.
Tale compagnia rappresenta la prima medicina da assumere nella cura contro avidya, la non consapevolezza di sé, poiché costituisce quell’imput iniziale che riesce a mettere in moto tutto il resto: la riflessione su noi stessi e sul senso dell’esistenza, la messa in discussione delle proprie convinzioni ed abitudini, il desiderio di crescere, di migliorarsi, la fiducia di poterci riuscire, la volontà di impegnarsi in tutte quelle pratiche che rigenerano la coscienza e ampliano la visione di noi stessi e del mondo.


La compagnia del Guru e dei Bhakta, i praticanti spiritualisti nella via dell'Amore divino, è la sorgente principale dalla quale attingere il bene più prezioso: l’ispirazione.
L’ispirazione, proprio come un fuoco, va alimentata costantemente, altrimenti anche quella poca o tanta che c’è perde sempre più d’intensità e finisce per spegnersi.
L’ambiente in cui viviamo infatti non è neutro: così come la forza entropica del tempo disassembla progressivamente tutti gli aggregati di materia, similmente le energie che strutturano il fenomenico (guna) tendono continuamente ad influenzare e condizionare a vari livelli la coscienza degli esseri incarnati. E’ perciò necessario un impegno intenso e ininterrotto in quelle pratiche spirituali che consentono di superare questi condizionamenti.
E’ come se stessimo andando contro corrente: se smettiamo di nuotare verso la direzione in cui vogliamo andare, non è che ci limitiamo a rimanere dove siamo, ma veniamo inevitabilmente trasportati via nella direzione opposta. Se ci fermiamo siamo perduti.
Dunque l’ispirazione va ricercata in maniera costante, poiché senza ispirazione non si riescono a trovare le forze, la determinazione e il desiderio di dedicarci alla nostra evoluzione, né può esserci dunque speranza di realizzazione spirituale.
Ecco perché il saggio è sempre alla ricerca di persone, situazioni, letture, visioni, profumi e suoni che lo ispirino e lo aiutino a rinsaldare il collegamento con la realtà, con Dio.
La compagnia del Guru, dunque la testimonianza diretta di un livello di coscienza elevato, è la più grande fonte di ispirazione, che ci aiuta a svolgere nel migliore dei modi le pratiche spirituali della meditazione sui Nomi divini, l'adorazione delle Murti, lo studio dei testi sacri, ecc.
Nei testi della Tradizione Vaishnava si afferma infatti che la compagnia dei devoti è la benedizione più grande (cfr. Bhagavata Purana I.18.13).
Sadhu-sanga offre la possibilità di un confronto, di uno scambio, ed aiuta a superare i limiti della propria personale comprensione; anche per questo le opere della Bhakti affermano che il libro Bhagavata può essere pienamente compreso solo con l'ausilio della persona Bhagavata, che ne pratica gli insegnamenti in maniera coerente.
Ricercare la compagnia dei devoti ci aiuta a rinnovare giorno dopo giorno l'ispirazione più elevata per dedicarci all'esercizio di virtù e conoscenza nella via dell'Amore divino.

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