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Vincere l'Ombra - Parte II

Matsyavatara dasa - Marco Ferrini

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Quarto: "Valorizzare i talenti altrui."
Inutile negare e freudianamente rimuovere l'invidia, perché continuerebbe comunque a lavorare dentro e farebbe ancora peggio.
Sul piano pratico la si può purificare e trasformare imparando per prima cosa a valorizzare i talenti altrui, ispirando le persone ad utilizzarli al servizio di Krishna. Questa propensione ci avvicina come carattere agli eterni abitanti di Vaikuntha e in questo modo diventiamo estremamente benefici nei confronti di tutti, a partire da noi stessi. Così le persone possono avvicinarsi al Signore e cominciare ad apprezzarlo, ma come fanno se non sanno nemmeno chi è Krishna? Aiutiamole noi a mettere i loro talenti al Suo servizio. Se ad esempio qualcuno sa cucinare, suggeriamo un menu e offriamo noi a Krishna quel che ha cucinato: "Krishna accetta questo cibo e benedice la persona che l'ha preparato".


Seppur in un primo stadio il servizio sia indiretto poiché compiuto inconsapevolmente, la persona ne trae comunque beneficio, il quale aumenterà man mano che la consapevolezza si sviluppa. Il primo gradino di consapevolezza è quando la persona si diverte nel servire. Quando poi diventa intimamente partecipe e interessata lei stessa a servire all'attrazione si aggiunge il gusto e siamo arrivati ad un ulteriore importante gradino di consapevolezza, fino ad un superiore livello ancora in cui il servizio viene offerto non soltanto come atto di volontà propria e con piacere, ma anche in maniera costante e senza motivazioni egoiche. Tuttavia persino da questo livello si può ancora cadere commettendo offese - quasi sempre a causa dell'invidia residua - e ritrovarsi in basso loco, dove il sol tace, quando la coscienza si ottenebra, e così tali persone appaiono simili a stelle cadenti che fanno un percorso luminoso nel cielo per poi obliarsi. Ma anche in questo caso, non dimentichiamo la infinita capacità del divino perdono, che viene prontamente in nostro soccorso quando pentiti ci rimettiamo in marcia verso la perfezione.

Quinto: "Servire Krishna impegnando altri al Suo servizio."
Non abbiate timore di persone che hanno talenti. Non cedete al senso d'inferiorità, alla paura del confronto, alla conflittualità indotta dal fault finding, alla possibile formazione di pericolose micro alleanze contro fantasmatici avversari, ma cogliete la grande opportunità di imparare ad attingere dalle competenze, conoscenze e talenti altrui per vincere le vostre ombre e colmare le vostre carenze.
Il modo migliore per farlo è aiutare le persone a servire Krishna con i loro talenti. Questo ci renderà particolarmente cari al Signore. Man mano che queste persone che noi aiutiamo sviluppano attrazione per servire Krishna, l'avvicinare loro avvicina noi.

Sesto: "Come vincere i complessi di inferiorità e di superiorità."
Una dinamica frequente: la persona che vive uno stato cupo, condizionato, ottenebrato, quando incontra altri di talento tende a vederli come competitori. Se poi soffre di qualche complesso di inferiorità, comincia a criticare chi ha talento e in maniera subdola cerca di sminuirlo trovandogli difetti. Ciò è l'esatto contrario di quanto vi ho esposto sopra e che rappresenta anche la soluzione al problema appena individuato: concentrandosi sui talenti altrui per offrirli a Krishna, non solo integriamo le nostre lacune, vinciamo le nostre ombre (senso di inferiorità incluso) ma aiutiamo anche gli altri a superare i propri limiti e difetti. Questo è l'insegnamento degli Shastra ed è anche la mia esperienza pluridecennale nelle relazioni di aiuto. Persone anche degradate hanno potuto in questo modo offrire servizi che gradualmente le hanno purificate, consentendo loro di risvegliarsi alla dimensione spirituale. Ognuna di queste storia rappresenta una perla nel panorama evolutivo, in cui ad ogni passo è richiesto di scegliere se proseguire sul cammino giusto o sprofondare di nuovo nei vecchi schemi, negli antichi condizionamenti. Ognuno infine decide infatti della propria vita, la orienta, la modella, la trasforma, la degrada o la nobilita.
Talvolta il complesso di inferiorità si trasforma nel suo correlato, ovvero il complesso di superiorità che induce a creare competizione e conflittualità. La persona non si sminuisce, non si deprime ma si esalta: "Ma tu chi ti credi d'essere, dove credi di andare con questi tuoi talenti?" Il complesso di superiorità nasce dal tentativo spasmodico di compensare il complesso di inferiorità, ma in questo caso l'illusorio rimedio è peggiore del male cui si intende sopperire. Non si va da nessuna parte facendo gli snob o gli smantellatori delle virtù altrui.
Sia il complesso di inferiorità che di superiorità danneggiano enormemente. Chi è affetto dal primo cerca di criticare e smontare chi è dotato di talenti, nel secondo caso si diventa persino arroganti, offensivi, conflittuali, elementi di contrasto.

Conclusione.
Impegniamoci a coltivare i sentimenti che vivono i residenti del mondo spirituale, desideriamo di assomigliare loro, di seguire l'esempio di Shrimati Radharani, delle Gopi, di Shri Caitanya Mahaprabhu, di Shrila Prabhupada che era estremamente esperto nell'accogliere ed impegnare persone con talenti, per quanto avessero anche lati oscuri su altri versanti. Ogni persona è dotata di talenti ed è sufficiente imparare a riconoscerli e ad offrirli a Krishna, per diventare simili agli eterni abitanti di Vaikuntha, alle Gopi che scelgono i fiori più belli e profumati per il loro Signore. Questa capacità di scoprire i talenti e metterli al servizio di Dio ci fa diventare cari a tutti, come è detto nello Shad Gosvami Astika: "dhira adhira jana priyah...": "I sei Gosvami erano cari a tutti perché non provavano invidia per nessuno." Neanche volendo si potrebbe correre il rischio di vivere in solitudine se agiamo in questo modo, perché tutti ambiscono a stare e avere relazione con chi è capace di valorizzare gli altri. Diventate dunque capaci di valorizzare. Non perdete mai l'occasione di farlo, di impegnare chiunque possibile nel servizio al Signore. Questo è un segreto intimo del servizio devozionale.
Alcuni possono contribuire alla sacra seva con il denaro, altri con le parole, con l'intelligenza, con le opere o con la vita. Non si può diventare maestro senza esser stati prima buoni discepoli di autentici maestri. Occorre imparare dunque dagli Acarya Vaishnava. Non abbiate paura, non invidiate, non provate repulsione o sentimenti negativi verso chi ha talenti, altrimenti siete già morti spiritualmente senza saperlo, vi chiudete da soli in faccia la porta per Vaikuntha. Impegnatevi a scorgere ciò che le persone possono offrire al Sankirtana, qualità che magari loro non sanno nemmeno di avere o che hanno sempre utilizzato sul piano mondano e di cui non si immaginano neanche una loro diversa applicazione. Con il vostro contributo aggiungete la componente della devozione laddove non sia ancora presente e sperimenterete come quei talenti possano dare nuova energia e capacità di risvegliare colui che li possieda. Quei talenti sono infatti l'esito di attività pie, di carità, donazioni, ascesi, generosità ma solo quando vengono accompagnati dalla coscienza spirituale della Bhakti possono produrre benefici reali. Esercitatevi per favore e questa riflessione condividetela con quante più persone potete.

Shrila Prabhupada, supremo artista nell'impegnare le persone nel servizio di devozione, ki jay!

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