Vincere l'Ombra - Parte I
Vi offro la seguente riflessione, per praticità suddivisa in argomenti.
Primo: "Cosmologia spirituale".
Nel mondo spirituale, Paravyoma, tutti gli esseri sono perfetti.
Il cielo più alto coincide con la dimora di Vishnu, Vishnu Paramam padam, che rappresenta e manifesta le più alte perfezioni.
Dalla dimensione spirituale più elevata, scendendo pian piano, si arriva al confine dei primi pianeti Vaikuntha che rappresentano anch'essi il mondo spirituale e in cui vivono creature prive di condizionamenti. Quel che infatti esse desiderano è perfetto, fintanto che vorranno continuare a desiderarlo in maniera tale. La perfezione del desiderio coincide infatti anche con la libertà del desiderare. Ed è questo libero arbitrio che rende potenziale e possibile anche il rischio di cadere da quella dimensione, ma al riguardo non tentate di darvi spiegazioni con la mente razionale, perché la mente è strumento di prakriti e la prakriti non può contemplare e conoscere la dimensione dello spirito (purusha).
Proseguendo dall'alto verso il basso si trovano i Siddha Loka, pianeti celesti dove vivono creature con particolari siddhi o "perfezioni". Qui vi sono esseri perfettamente intelligenti, belli, forti o comunque dotati di talenti particolari; ognuno vibra di una o più determinate virtù, come se fosse un raggio [del sole] di Vishnu.
Arriviamo poi ai pianeti celesti più bassi, in cui c'è discreta frequenza di cadute sui pianeti mediani come la terra, Bhumidevi, dove temporaneamente siamo noi. Ci sono viceversa persone che dai pianeti mediani come il nostro vanno a rinascere sui pianeti celesti, inferiori o superiori, ma non sono ancora jiva liberati. Hanno attaccamenti residui alla materia e sono ancora identificati con i contenuti della loro psiche, e per questo non riescono a entrare nella dimensione sat-cit-ananda-vigraha di Vaikuntha.
Secondo: "L'invidia: una delle principali cause di caduta".
La panoramica che vi ho offerto è per introdurvi ad un concetto fondamentale: quel che più opprime la coscienza e la fa sprofondare è l'invidia. Anche nella tradizione biblica e nei tre derivati monoteismo mediorientali, Lucifero, l'angelo più luminoso, cade per invidia verso Dio. Tra le cinque categorie di anartha essa infatti è una tra le più pericolose, come spiega la Bhagavad-gita ed anche Dante nella sua Commedia, identificando lussuria, collera e avidità (di cui l'invidia è un immediato derivato) come le tre porte che aprono all'inferno. Mai si deve indulgere, mai si deve varcare la soglia di queste tre porte infernali anche quando l'entrata appare dorata, tempestata di diamanti, ampia e invitante.
Che cosa massimamente impedisce ad una psiche condizionata di risalire la china?
Spesso l'invidia!
Terzo: "Come liberarsi dall'invidia."
Occorre praticare la sadhana-bhakti con un impegno rigoroso, ma se nel frattempo nella psiche continua ad annidarsi l'invidia la disciplina non è sufficiente. Sarebbe come se volessimo attraversare un fiume con pietroni legati alle caviglie. Sarebbe sicuro l'annegamento, così come è sicuro l'insuccesso spirituale se non si supera l'invidia.
Come si fa allora a liberarsi dall'invidia e a sviluppare le qualità degli esseri di Goloka Vrindavana?
Imparando dal modello di persone che hanno già sviluppato quelle qualità come ad esempio le Gopi, che le hanno realizzate al massimo grado. Non invidiano nessun'altra gopi ma prendono ispirazione da quelle più care a Krishna. Shrila Prabhupada ha spiegato che tra loro esiste quella che potremmo semmai definire "invidia spirituale", che non ha niente a che vedere con l'invidia patologica che noi conosciamo. La prima consiste infatti in un benefico ed evolutivo sentimento e desiderio di emulazione per imparare a sempre meglio servire il Signore.
La vita di Shri Caitanya Mahaprabhu rappresenta la vita della Gopi più elevata, Shrimati Radharani, sempre colma di affetto e devozione per chiunque serve o desideri servire Krishna. Radhe si commuove quando qualcuno soddisfa il suo Signore, perché Krishna è il suo amato e vedere apprezzata e servita la persona amata dà grande gioia a chi vive un amore vero. Radharani desidera intensamente compiacere il Signore e gioisce nel vedere altri che Lo servono offrendogli i frutti dei loro talenti. Chi sa cantare, canti per Krishna, così chi sa danzare, suonare, scrivere, cucinare, cucire, organizzare, insegnare o altro. Il servizio a Krishna è la vita stessa di Goloka Vrindavana, perché la Bhakti si esprime mettendo i propri talenti al servizio del Signore dei talenti (Hrishikena hrishikesha sevanam bhaktir ucyate...). In tal modo si partecipa ad un gioco sublime che produce emozioni speciali, indescrivibili, dallo stupore, alla meraviglia, all'estasi... ed in ciò consiste l'amore in tutte le sue sfaccettature. Quante ne ha?
Cento, mille, un milione, un miliardo, un trilione?
Molte di più, perché infinito è l'amore, ed è possibile realizzarlo solo se ci si libera dall'invidia e dagli altri condizionamenti della psiche (Sarva upadhir vinir muktam...).
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