Introduzione al Seminario
Lucignano (Ar), 28 ottobre 2011 - Iniziamo la prima lezione di questo Seminario di Shriman Matsyavatara Prabhu dedicato al dodicesimo capitolo della Bhagavad-gita. Siamo stati accolti da una tiepida giornata autunnale. Il clima sembra quasi primaverile, ma i colori dell'autunno, con le loro mille sfumature di ocra, rosso e marrone, ci ricordano la stagione in cui siamo ed esaltano la bellezza del luogo in cui ci troviamo. Siamo in una struttura funzionale e comoda circondata da un bosco, immersa nella natura.
Guru Maharaja inizia recitando le preghiere del mangalacaram, spiegandoci quanto esse siano importanti per predisporci adeguatamente allo studio che stiamo iniziando. In ogni impresa la predisposizione gioca un ruolo fondamentale, ci dice. Le persone sono in un modo o in un altro a seconda di come si predispongono nei confronti di se stesse, degli altri, degli eventi, della vita.
E poi continua:
“Ci accingiamo allo studio di un capitolo, il dodicesimo, che rappresenta l'essenza della Bhagavad-gita. In questa alta lirica troviamo insegnamenti che la rendono davvero speciale, unica, un vero e proprio luogo della memoria. Qui il pensiero mette le ali e lascia trasparire, come in filigrana, quella certezza d'Amore che seppur intravista non si può più dimenticare. Resta ancora un'aria di ulteriorità e di mistero, ma è un mistero che non spaventa, bensì stimola l'animo e ci chiama a procedere. Perché? Perché abbiamo sentito e visto quanto basta per avere fiducia nella meta che perseguiamo. E la meta è l'Amore.
La Bhakti esprime questo Amore al più alto livello, e non è certo una via per sentimentali, come invece spesso viene concepita o descritta. Nel suo grande valore intrinseco per lo sviluppo e la realizzazione della persona, essa rappresenta l'ottenimento supremo che si possa conseguire nella vita umana. La Bhakti è ciò a cui il nostro cuore anela da tempo immemorabile, perché ciascuno di noi cerca l'appagamento, la completezza, quella soddisfazione in cui - nulla mancando - nulla si brama, perché la persona è già piena, purnam, soddisfatta in sé.
La Bhakti non si consegue a buon mercato, perché richiede disciplina e discernimento tra ciò che è e ciò che appare; necessita di uno sviluppo sostanziale del livello di coscienza, non tanto un dilagare orizzontale verso la curiositas ma un innalzarsi verso la realizzazione. Non è vero che è una via facile, ma è ancor meno vero che è una via difficile. Ricordo le parole del mio Maestro: è complicata per i complicati ed è semplice per i semplici, per coloro che la ricercano senza distrazioni”.