L'Arte di Educare
Occorre un certo livello di maturità, di comprensione e realizzazione per capire l'importanza della compagnia dei devoti, ovvero il privilegio di stare con persone che lealmente e continuativamente si dedicano a kirtaniya sada Hari, ovvero che ricercano sempre il contatto con il Signore.
Non di privilegio di nascita o di casta si tratta, ma di un privilegio che è appannaggio di chi è evoluto o di chi saldamente ricerca l'evoluzione.
Chi ha sviluppato sensibilità ed alte virtù, e la vita umana è fatta apposta per acquisirle, sa che per riuscire in questa impresa una guida è indispensabile, così come la buona compagnia.
La vita ci fa esami periodici per capire quanto abbiamo sviluppato quelle qualità e virtù. Come i professionisti hanno necessità di aggiornamenti continui per continuare a far bene la loro professione, così anche gli aspiranti spiritualisti hanno necessità di un'educazione continua. Per questo la buona compagnia, una compagnia evoluta ed evolutiva, è indispensabile.
Insegnante si può esserlo anche se abbiamo soltanto una conoscenza teorica, ma per educare non è sufficiente aver letto tanti libri o aver superato dei concorsi. Per educare si deve essere coerenti, compassionevoli, umili. Con l'arroganza non si educa neanche un animale.
Per educare occorre essere dei modelli. Educare non significa dare istruzioni, né tantomeno ordini. Significa aiutare ad ascendere ad un livello superiore di consapevolezza, trasmettendolo e rendendolo accessibile innanzitutto con il proprio comportamento. Ciò richiede grande empatia, dunque metterci il cuore.
Quel che si insegna con amore resta, sopravvive anche se le persone hanno sbandate, cadute, smemoratezze o passano per la buia notte dell'anima. Se hanno ricevuto insegnamenti con amore, quando tornano a manifestarsi condizioni più favorevoli, la coscienza riaffiora con il rimorso ed il senso di colpa, funzioni benefiche quando sono a salvaguardia della nostra evoluzione e reale successo umano e spirituale.
Si possono dire o scrivere tante cose ma se non si realizzano sono solo fiato al vento o frasi che rimangono nella memoria del computer. Solo quando applichiamo e realizziamo gli insegnamenti di cui ci facciamo portatori, diventiamo persone affidabili, sulle quali davvero si può contare, che illuminano la vita - propria e altrui - con la loro pietas. Queste persone possono aiutare gli altri a correggersi perché vivono nel Bene e dunque sono in grado di ispirare gli altri a fare altrettanto.
Tratto dalla lezione tenuta da Shriman Matsyavatara Prabhu a Bhaktivedanta ashrama il 27 febbraio 2015, ore 7
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