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L’Esperienza Estatica d’Amore

Amore estatico - Matsyavatara PrabhuL’emozione estatica di amore (bhava), soddisfazione e intensa felicità può essere sperimentata anche nella dimensione nella quale viviamo attualmente, purché ci si liberi dalla morsa dei condizionamenti. Anche un semplice contatto con l'esperienza estatica produce emozioni  indimenticabili per il resto della vita.

L’emozione estatica di amore non si produce perché noi insistentemente rimuginiamo il desiderio di produrla, bensì perché in virtù della compagnia di autentici devoti, delle pratiche devozionali come preghiera, meditazione, studio di testi sacri, canti, danze ed altro, risvegliamo la nostra natura spirituale che a un dato momento si manifesta attraverso inequivocabili segni interiori ed esteriori.

Bhava è un’esperienza di breve durata e la si può percepire attraverso un'ampia fenomenologia, tra cui intensa gioia accompagnata da brividi, pianto inarrestabile con calde lacrime, risa, immobilità contemplativa o agitazione, danza, canto e altro ancora, il tutto dovuto ad un intenso stato emozionale in cui si sperimenta uno stato di beatitudine, che appare immediatamente di natura altra rispetto alla gratificazione dei sensi o alle note soddisfazioni mentali e intellettuali, appartenenti al mondo della natura materiale (prakriti).

L’esperienza estatica d’amore trascende le condizioni psicofisiche. E’ infatti la natura spirituale che travalica gli strati dei condizionamenti operanti tramite la percezione sensoriale, da cui l’anima è di solito oscurata. L'anima (atman), come un gioiello che cade nel fango, può apparire temporaneamente ricoperta ma non contaminata, mantenendo sempre la propria originaria immutabile purezza (Bg. II,25).

 

 Kama (bramosia), Krodha (collera), Moha (illusione), Lobha (avidità), Mada (superbia), Matsarya (invidia) sono sintomi di gravi dipendenze (anartha), le quali affondano le loro radici nell’inconscio, e da là condizionano la vita psichica di tante ignare persone. Passioni quali la libido, la bramosia di possedere e la collera, si esprimono come pulsioni fortemente collegate tra loro, trasformando gli originari sentimenti di amore in vere e proprie passioni e tormenti.

In realtà amare significa offrire per condividere, ma la falsa concezione di sé crea l'illusorio bisogno di 'possedere' l'amore, così l'essere sviato da una falsa concezione di sé, trasforma il più sublime dei sentimenti in attaccamenti morbosi e paure. Mentre l'amore divino è espressione dell'anima, gli attaccamenti egoistici e condizionanti appartengono all'io ordinario quale esito della propria identificazione con il corpo e la mente.

Il distacco emotivo (vairagya) è importante nell’avanzamento spirituale perché consente una serenità interiore, una disposizione d’animo senza pretese, senza aspettarsi ricompense né imporre alcunché. 

Senza coltivare adeguatamente le qualità dell’anima, l’emozione estatica, bhava, si manifesta per  brevi istanti per poi ricadere sotto la presa dei condizionamenti.

Dovremmo dunque tendere a trasformare quei momenti di estasi in una costante della nostra vita, e allora bhava diverrà prema, quella forma d’amore divino di cui la bhakti è mezzo e fine.

Estratto da Riflessioni del Mattino 21.06.2014

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