Il Punto di Svolta
Oggi, trentotto anni fa, il 30 agosto del 1976, incontravo per un darshana personale Shrila Prabhupada per la prima volta...è stato il punto di svolta della mia vita!
Fu l'inizio di un meraviglioso viaggio esistenziale.
Vi racconto come arrivai ad incontrare Shrila Prabhupada. Ero in un ashrama a Rishikesh, ai piedi dell'Himalaya. Stavo studiando gli Yogasutra di Patanjali. In Italia avevo sei aziende, ero un designer di successo. Al ritorno dal viaggio avrei dovuto sposarmi, ma in quel momento, in quel luogo, stavo seriamente pensando di lasciare tutto e di andare a vivere in India. Quello pseudo successo mondano lo sentivo come la mia prigione: non solo non era più fonte di soddisfazione, ma avevo realizzato chiaramente che era l'ostacolo più grande al raggiungimento di quella soddisfazione che profondamente ricercavo.
Il pensiero ricorrente era che io volevo vivere non quella ma questa vita: dedicata alla ricerca di me stesso, di Dio. Se mi raccoglievo, sentivo forte questo richiamo, questa voce all'interno di me stesso. La voce, la chiamavo...
Era impellente la necessità di rivedere la mia vita, la mia direzione, i miei scopi. Sentivo di essere in un punto di svolta.
In quel viaggio ero con un amico che era sempre ammalato. Passava da dissenteria a costipazione a fasi alterne. Febbricitante, stava per la maggior parte del tempo nell'ashrama in cui eravamo e che era proprio sulle rive del Gange. Non c'era nessun mobile in quella stanza, solo due stuoie a terra, la sua valigia enorme, la mia media, una piccola finestra con le grate, una porta con un chiavistello. Quando noi uscivamo entravano le scimmie. Entravano dalle grate della finestra e si divertivano un mondo, soprattutto con le boccette di medicinali che il cognato medico aveva dato al mio amico.
Fu in quell'ashram che incontrai un sadhu, una persona che mi ha cambiato la vita. Cominciammo a non andare più alle lezioni su Patanjali, andavamo assieme a camminare sulle rive di Madre Ganga.
Un giorno mi disse: se tu non incontri la Bhakti, di nulla sarai soddisfatto. Bhakti, Bhakti... Mi feci spiegare che cosa fosse.
"Se io ti spiego che cos'è", mi rispose, "le mie parole ti entreranno da un orecchio e ti usciranno dall'altro."
Questo sadhu aveva un inglese stentato. Non ci intendevamo con le parole ma con una sorta di telepatia. Le parole erano un sovrappiù tra di noi.
"La Bhakti è difficile spiegarla. Te lo dice il cuore che cosa è." E cominciò a pronunciare questo mantra:
Hare Krishna Hare Krishna
Krishna Krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama
Rama Rama Hare Hare
Spendevamo ore a cantare questo mantra assieme. Poi entravamo nelle acque di Madre Ganga. Era così come è ora: una corrente impetuosa che porta via tutto.
"Devi incontrare Bhaktivedanta Swami Prabhupada: lui ha Krishna e lui ti dà Krishna. Vai a Vrindavana ad incontrarlo."
Senza sapere altro, ma sentendo quella voce profondamente dentro di me, partii per Delhi assieme al mio amico ancora ammalato. Da Delhi prendemmo un treno per Mathura e poi a Mathura un barroccio per Vrindavana. Arrivammo due giorni dopo. E lì cominciai a cercare Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Visitai decine di ashrama chiedendo di lui, mi presentavano dei sadhu ma io sentivo che non era il Prabhupada che stavo cercando.
Ad un certo punto, dopo ore trascorse in questo modo, l'indiano che ci stava accompagnando con il rikshò, ci prese le valigie e, spazientito, ce le buttò a terra. Ci ritrovammo così da soli, in mezzo alla strada, senza sapere dove fossimo e dove andare. Mi diressi allora verso un muro di lamiera che era proprio di fronte a noi. Bussai e incredibilmente mi aprì un italiano, che nel corso del tempo divenne poi un mio caro amico, Dvijabandhu. Era proprio quello l'ashrama di Shrila Prabhupada, ma Prabhupada era appena partito per Delhi. Così anch'io, assieme al mio compagno di viaggio, l'indomani partì per Delhi e alla sera incontrai per la prima volta Shrila Prabhupada. E con Lui incontrai la Bhakti, il puro amore per Dio ed ogni Sua creatura.
Dopo averlo ascoltato, affascinato dal messaggio della Bhakti, gli spiegai quali erano le mie preoccupazioni: in Italia avevo sei aziende, una fidanzata da sposare, tanti impegni e responsabilità.
"Qui con te è semplice assorbirsi nella Bhakti e praticarla, ma come farò quando tornerò a casa?".
"Non preoccuparti: metti tutto al servizio di Dio. Canta Hare Krishna, studia la Bhagavad-gita e spiegala a tutte le persone che conosci. Tutto quello che fai, offrilo a Krishna, mettilo al Suo servizio."
Queste parole di Shrila Prabhupada hanno cambiato la mia vita. Ed è stato quello il giorno più fortunato della mia vita. Lì sono rinato. Lì ho scoperto l'amore vero. E c'è anche per ognuno di voi l'occasione di iniziare il viaggio verso voi stessi o di portarlo avanti sul serio. Un viaggio in cui tutto è possibile. In cui le frustrazioni non hanno più luogo di esistere, perché lo scopo della vita si è manifestato ed è chiaro eternamente.
Questa è la via che conduce al centro. Inutile cercare un equilibrio all'esterno di noi. Non lo potremmo mai trovare fuori. Solo dentro.
Occorrono modelli viventi che ci facciano vedere come si va al centro. Shrila Prabhupada è stato per me quel modello. Allora mi fece capire che non avrei dovuto lasciare le aziende o cambiare la mia vita con tagli drastici.
La via della Bhakti è la via delle opere, non dell'astratta rinuncia. Nel diciottesimo capitolo si esprime proprio il valore del concetto "rinuncia della rinuncia". Rinunciare a tutte quelle pseudo rinunce prodotte solo dalla paura di affrontare responsabilmente la vita. Non c'è da rinunciare a niente, ma da utilizzare tutto al servizio di Dio, attivando così il processo della sublimazione.
Accogliete queste riflessioni come un inno di lode a Shrila Prabhupada, a cui vanno tutta la mia eterna gratitudine, gioia nel ricordarlo e ogni mio rispetto. L'anno successivo dopo quell'incontro sono tornato in India, proprio nello stesso periodo e sempre a Vrindavana, per dirgli che mio padre, mia madre e anche la mia fidanzata di allora, oggi mia moglie, avevano fatto la mia medesima scelta di vita, e per esprimergli così la mia riconoscenza per quanto Shrila Prabhupada mi aveva donato in eterno, trasformando la mia coscienza e la mia vita. Jaya Shrila Prabhupada Patita Pavana!
Jaya Bhakti Marga!
Jaya Shrimati Sita Thakurani!
Jaya Shri Shri Guru e Gauranga!