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Il Canto nel Cuore

Matsyavatara dasa - Marco Ferrini

Dall'incontro di oggi a Bhaktibhavan, Ponsacco, condotto da Shrila Gurudeva Shriman Matsyavatara Prabhu, dedicato alla preparazione di chi aspira all'iniziazione spirituale.

"L'incontro di oggi è dedicato alla relazione archetipica Guru-discepolo.
Molti non ricordano questa relazione e il sentiero della realizzazione spirituale ma questa relazione e questo sentiero ci sono da sempre e per sempre. Come noi ci siamo da sempre e per sempre. Quando la coscienza ci illumina, allora li vediamo ben illuminati e tracciati. Oggi siamo qua per liberare la relazione e il sentiero da magie, superstizioni, atteggiamenti infantili. É un lavoro meraviglioso che richiede tempo. Cercate di non perdere neanche un attimo. Stiamo parlando della quintessenza della realtà, non delle apparenze. Stiamo parlando non del relativo ma dell'assoluto, ed è difficile parlare dell'Assoluto a chi è immerso nel relativo. Occorre un esercizio costante per risvegliare e sviluppare la propria consapevolezza.
Anch'io faccio esercizi quotidiani per permettere alla luce della coscienza di rimanere accesa. Chi non è in grado di fare questo esercizi tutti i giorni, non prenda l'iniziazione spirituale. Questi esercizi non solo sono utili, di supporto e importanti, ma sono indispensabili. Se questi esercizi vengono meno un giorno, poi un altro e si trascurano per più tempo, le persone diventano litigiose, confuse, piene del loro ego. E che cooperazione può esserci tra persone immerse nel proprio ego?
Che ciascuno di voi conduca la propria vita conducendola con le luci della coscienza accese, non al buio. E Non pensiate che le luci, una volta accese, rimangano comunque accese. Occorre un impegno dedicato costante.
L'incontro di oggi verrà scandito da riflessioni su alcune delle più importanti laudi e preghiere della nostra Tradizione, che canteremo assieme.

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Guru-vandanam significa preghiere al Guru e, in senso esteso, ai Guru. C'è infatti necessità di una catena disciplica di Maestri alla quale riferirsi e che, come tanti luci fulgenti, illumina il nostro sentiero.
E poi, oltre ai Maestri, occorrono i discepoli. Cosa può fare un Guru senza discepoli? Sarebbe come un padre sterile. A chi può lasciare la sua eredità?
Questa preghiera è stata scritta da Narottam Das Thakur. Narottama das Thakur, nato nel 1531, era figlio di un re che si chiamava Krishnananda Datta.
Narottama era dunque un principino, una persona molto bella anche esteticamente. Aveva corpo e volto aggraziati.
Narottama significa: “il servitore del più elevato degli esseri, Dio”. Il nome non tradiva i suoi sentimenti. Era così attratto dal sentiero spirituale e da Dio che quando sentì parlare di Caitanya Mahaprabhu e delle sue avventure meravigliose a Navadvipa, volle abbandonare la sua dimora reale e andare da Lui, nonostante il padre e lo zio cercassero di fermarlo. Le opere di Narottama das Thakur non sono semplicemente dei capolavori di estetica o di musicalità; sono scritti sublimi che rivelano il significato dei Veda, delle Upanishad, della Gita, del Bhagavata Purana. Sono intrisi di Siddhanta.
Quando a Gaura Kishora das babaji chiedevano: “Come faccio a innamorarmi di Dio? Quanto e cosa mi costa?”, lui rispondeva: “10 paisa. Compratevi un libro di canti di Narottama das Thakur. Costa meno di 10 paisa. Leggetelo, studiatelo, cantate e mettete in pratica gli insegnamenti contenuti e aprirete il vostro cuore a Dio”.

Leggiamo e cantiamo Guruvashtaka di Vishvanath Cakravarti Thakura.
Un illustre discepolo di Cakravarti Thakur ci ha lasciato il più recente commentario al Vedanta Sutra, il Govinda Bhashya scritto da Baladeva Vidyabhushana. Vidya significa “sapienza” e bhushana significa “gioiello”.
Baladeva Vidyabhushana aveva come ornamento il gioiello della conoscenza.
Il Guru, così inizia il canto Guruvashtaka, è come una nuvola carica di misericordia che può spegnere l'incendio del condizionamento materiale. Le persone bruciano nell'esistenza condizionata e il Guru ha la funzione di insegnarci a liberarci da questo condizionamento. Se una persona non ha questa necessità, non ha necessità di un Guru.
Il Guru ha il ruolo specifico di spegnere la sete materiale. Se invece uno ha sete di soldi, di potere, di fama, di sesso, e vuole mantenere e coltivare questi desideri, che non si metta alla ricerca di un Guru e che non chieda l'iniziazione spirituale.
Nelle otto strofe di Guruvashtaka, Vishvanath Cakravarti Thakur spiega qual è il dovere del Maestro spirituale e del discepolo.
Il cuore del Maestro è nel Sankirtana, nella diffusione del messaggio di Mahaprabhu, dei suoi insegnamenti che sono colmi delle qualità della Bhakti e ci indicano i nove sentieri del servizio devozionale. Questa varietà propria delle nove principali modalità della Bhakti contribuisce enormemente ad arricchire di bellezza e significato la nostra giornata, la nostra vita.
Shravanam, Kirtanam, Vishnu Smaranam, Pada Sevanam, Pujanam, Vandanam., Sakhyam...fino al desiderio di donare l'anima a Dio (Atma-nivedanam), il sacrificio più elevato che è in grado da solo di operare una vera e propria transustanziazione della materia.
In canti vaishnava come quello che abbiamo appena letto e cantato trovate le delizie di sattva guna e non solo: il più alto misticismo e visione metafisica. E questi canti li potete invocare in qualsiasi momento della vostra giornata, in qualsiasi circostanza, anche se siete su di un'ambulanza in corsa verso un ospedale. Li potete cantare anche dentro di voi, con la voce del cuore, che è molto più bella, potente ed affidabile della voce prodotta dalle corde vocali.
Questi canti ci aprono alla conoscenza della nostra vera natura e di Dio. La conoscenza è il modello per la nostra realizzazione spirituale. Non possiamo evolvere senza la conoscenza, senza gli immensi fari di sapienza che ci hanno lasciato i Maestri che ci hanno preceduto.
Dove andremmo noi con la sola piccola fiammella della nostra mente?
Che questa vita diventi finalmente quell'anello che spezza il samsara, la miserevole condizione dell'incarnazione. Occorre acquisire la conoscenza spirituale e realizzarla; che dopo innumerevoli vite di inconcludenza, facciamo sì che questa diventi un capolavoro, affinché finalmente possiamo liberarci dai condizionamenti e dalla miserevole condizione dell'incarnazione. Per questo occorre che conosciamo approfonditamente quelle sacre scritture che rappresentano le fonti della nostra Tradizione e, tramite esse, impariamo a ricercare a a vivere al meglio la relazione spirituale Guru-Discepolo, fonte di ogni tesoro spirituale".

Matsyavatar das 

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