Ascoltando il Mahabharata
Riflessione ai piedi del Maestro
Durante questo seminario, molteplici sentimenti e pensieri si sono intrecciati in un susseguirsi di condivisioni tra noi discenti, e momenti di raccoglimento e più intime considerazioni. Il Mahabharata narra le vicende di esseri umani, di uomini e donne che rappresentano poliedrici aspetti nei quali ognuno può riflettersi. Il Mahabharata è lo specchio del divenire della vita umana, un alternarsi tra vette e abissi nel cammino esistenziale, lungo il quale i pericoli che incontriamo sono spesso l’esito delle nostre scelte, dei nostri comportamenti.
Ad ogni bivio vi è la strada giusta e quella sbagliata, quella che conduce alla meta o quella che porta al precipizio e se perdiamo la visione della nostra destinazione, se l’offuscamento della mente annebbia anche la capacità di vedere dove muoviamo i nostri passi, cadere rovinosamente è la conseguenza della nostre azioni. Il Mahabharata non è una narrazione da intrattenimento, è l’epica più vasta al mondo come afferma Marco Ferrini (Matsyavatara das) .
“…ciò che qui c’è, lo si può trovare anche altrove; ma ciò che qui non si trova, non esiste in nessun luogo”. Mahabharata I.62.53
Ascoltando il Mahabharata, la narrazione scorre, incalza, sorprende, coinvolge e sconvolge i nostri schemi mentali, suscita emozioni contrastanti, facendoci oscillare dall’illusione alla delusione, dall’attrazione verso il racconto a moti di avversione nell’evolversi delle vicende che talvolta lasciano disorientati, irritati, restando come bambini incapaci di coglierne il senso e indispettiti da un finale inatteso o non compreso.
“Colui che rifiuta l’asprezza della collera perdonando, allo stesso modo in cui un serpente rifiuta la sua pelle vecchia e dismessa, costui saprà veramente gioire della vita. Colui che sa trattenere perfettamente la collera e tollerare parole d’insulto, colui che nonostante soffra non vuole far soffrire gli altri, costui può essere sicuro di raggiungere il vero scopo della vita.” Mahabharata, Cap. 74/4 (Traduzione a cura di Shriman Matsyavatara Prabhu – Marco Ferrini)
In realtà, emerge la nostra limitatezza costituita da pregiudizi, dai condizionamenti che distorcono la visione e impediscono una corretta interpretazione, incapaci di cogliere da soli gli insegnamenti di un’opera che è definita il “Quinto Veda”, all’interno della quale è possibile accedere e inoltrarsi solo con una guida esperta, come il nostro amato Shrila Gurudeva, a cui va tutta la nostra gratitudine. Non è sufficiente curarne la traduzione, per poter essere definito un profondo conoscitore del Mahabharata. E’ necessario conoscere la natura dell’uomo, la sua dualità di essere umano e spirituale, che spesso dimentica la propria identità ontologica, l’essenza dell’essere che è “atman”, la cui origine é divina.
“Le Scritture e i Maestri dicono che il peccato è indesiderabile, perché va contro lo sviluppo spirituale del nostro agire e ci porta gradualmente ad una vita degradata e sofferente, per questa ragione le persone sante non seguono la via dell’empietà, ma ascoltano il Signore che sta all’interno del cuore e che rivela sempre ciò che è propizio e desiderabile per l’anima.” Mahabharata, Cap. 84/4 (Traduzione a cura di Shriman Matsyavatara Prabhu – Marco Ferrini)
Come Shriman Matsyavatara Prabhu spiega, la Bhagavad-Gita è il diamante all’interno del Mahabharata, che ne è il castone. Ed è questo che rende il Mahabharata un’avventura meravigliosa, l’esplorazione del nostro universo interiore, perché se nella Bhagavad-Gita è rivelato il dialogo tra Shri Krishna, il Signore Supremo, e il Suo discepolo Arjuna, che riceve gli insegnamenti direttamente da Dio, nelle narrazioni del Mahabharata sta a noi saper cogliere la presenza del divino, riconoscere la Sua matrice che è la nostra essenza. Se aumentiamo questa sensibilità, se ci predisponiamo all’intuizione che va oltre le parole e sviluppiamo questo sentire, potremo realizzarlo anche nell’evoluzione della nostra vita.
“Nella Tradizione Vaishnava l’informazione diviene formazione. Nella Bhagavad-gita trovate la sintesi della conoscenza vedica. E’ una Shruti – “ciò che viene ascoltato”, infatti si chiama Gita Upanishad, seppure appartiene alle Itihasa, ovvero alle narrazioni storiche. La storicizzazione permette a noi occidentali di meglio comprendere l’orditura di fatti che si succedono in un tempo che nel Mahabharata è circolare, mentre noi siamo abituati alla sua concezione lineare.” (Shriman Matsyavatara Prabhu – Marco Ferrini)
Le vicende del Mahabharata sono le nostre esperienze quotidiane. Così come lo si interpreta, si vive. I protagonisti sono esseri umani, archetipi che ci pongono di fronte alla nostra duplice natura di Prakriti – materia – e Purusha - spirito, alle nostre fragilità, alle nostre paure, ai limiti che spesso non riusciamo o non vogliamo riconoscere. Osservare le mancanze e gli errori degli altri é più facile, e il Mahabharata diviene propedeutico nell’individuare le debolezze “umane”, nel condurci a vederle anche nel nostro modo di desiderare, pensare, parlare e agire. Attraverso il Mahabharata è possibile comprendere che di troppa “umanità” si muore, per poi rinascere in un ciclo continuo e inesorabile, finché non si è tesi al conseguimento della perfezione spirituale che alleggerisce il nostro fardello “di esseri umani” e facilita il librarsi in volo verso il Divino.
“Noi vediamo persone che sotto grandi prove sprofondano, e altre che senza prove evolvono, salgono verso l’alto della scala evolutiva. Vi sono persone con forti carenze nel carattere, altre fortemente ispirate nel modellarlo, trasformarlo e migliorarlo. Ognuno è responsabile di quel che fa, sia che si elevi o che si degradi.” Shriman Matsyavatara Prabhu (Marco Ferrini)
Realizzazioni impossibili senza la formazione, l’educazione di un Maestro Spirituale della Tradizione, che orienta e sostiene nel progredire di quest’avventura che è la vita, e che il Mahabharata racconta celando gli insegnamenti a coloro che non sono pronti per coglierli, ma rivelandoli in tutta la loro fulgenza a chi si predispone umilmente ad apprendere attraverso l’ascolto, sotto la protezione vigile di Colui che ha già fatto questo percorso. Anziché proseguire in un cammino spedito ma solitario, il Maestro ha preferito rallentare il passo e tendere una mano verso nuovi compagni di viaggio, che desiderano seguirne le orme. La grandezza di Shrila Gurudeva non è solo nella Sua profonda e inesauribile conoscenza, bensì nella generosità con cui elargisce sapientemente gli insegnamenti che a Sua volta ha ricevuto, nella pazienza e misericordia che offre per formare, educare, rafforzare e favorire l’evoluzione di chi lo desidera sinceramente. Alle volte mi domando quanto grande sia il Suo amore compassionevole verso tutti noi, nel dedicarsi alla nostra crescita ed evoluzione, nel favorire il nostro progredire da esseri umani ad esseri spirituali in piena consapevolezza. Quanto più facile sarebbe stato per Lui proseguire da solo sul sentiero della conoscenza, anziché rallentare il passo per attenderci e accompagnarci lungo il sentiero che conduce a Dio. Ascoltare il Mahabharata è una grande prova per tutti noi, è un’esperienza di vita nell’identificare i nostri condizionamenti mentali, per comprendere e gestire le nostre tendenze, la nostra emotività e distaccarsi da ogni imperfetto sentimentalismo. E’ una scuola per apprendere le leggi divine e i principi del dharma cosmico e del nostro sva-dharma, che regola i doveri specifici individuali, dove diviene fondamentale la presenza del Guru per rieducare il nostro falso ego, che vorrebbe sottrarsi al Suo cospetto a favore di un apprendimento auto-referenziale, utile solo a rafforzarlo e rendere sterile ogni tentativo di progresso evolutivo, privo del sentimento più nobile che è la devozione per il Guru e l’Amore per il divino.
“Il fine supremo non è raggiungere la liberazione, ma innamorarsi di me”, dice il Signore Supremo. Per purificarsi dalla torba, la via diretta è l’Amore e mentre lo si pratica, accresce e raddoppia la nostra gioia. Attraverso l’Amore per il divino possiamo raggiungere il più alto livello di consapevolezza.” Shriman Matsyavatara Prabhu (Marco Ferrini)
Con infinita gioia e gratitudine verso Shrila Gurudeva e l’opera che sta compiendo
Vostra servitrice,
Bhaktin Barbara