Ricordando Shrila Prabhupada
Qui di seguito un estratto della lezione che Shriman Matsyavatara Prabhu ha tenuto ieri in occasione della commemorazione della dipartita di Shrila Prabhupada.
Shriman Matsyavatara Prabhu:
In questa sacra ricorrenza preghiamo Shri Krishna che ci dia la forza e la coerenza per poter ricordare a noi stessi e agli altri la straordinaria vita, il carattere, il comportamento, le opere di Bhaktivedanta Swami Shrila Prabhupada. Hanno la più grande fortuna coloro che hanno potuto testimoniare la sua vita, e soprattutto le trasformazioni che ha indotto e suscitato nella personalità e nella vita di così tante persone.
Queste trasformazioni sono fatti grandiosi dai quali possiamo trarre inesauribile ispirazione: Shrila Prabhupada ci ha dato la possibilità di vivere consapevolmente. Il percorso da Lui tracciato è seguito da centinaia di migliaia di persone e i più favoriti sono coloro che lo hanno accolto nel cuore, dedicando il loro servizio alla realizzazione del suo sogno, ovvero rendere disponibile l'amore divino a quante più persone possibili senza distinzione di razza, credo, cultura, posizione sociale, politica, religione...
Tra meno di 50 minuti, 36 anni orsono Shrila Prabhupada lasciava il suo corpo materiale e questo mondo fisico per tornare da dove era venuto, il mondo spirituale. Preghiamo Bhagavan Shri Krishna affinché ci dia la purezza per poter celebrare adeguatamente le sue glorie. Celebrando le sue glorie diventiamo consapevoli della sua grandezza, e diventando consapevoli della grandezza di un puro devoto del Signore, diventiamo consapevoli della grandezza di Dio. In questo modo, praticando i nove sentieri della Bhakti, possiamo realizzare la nostra natura divina, liberandoci dalle distorsioni della struttura psichica e dagli pseudo valori.
Cogliamo questa speciale occasione per incrementare il nostro attaccamento sincero ai piedi di loto di Shrila Prabhupada, per servire con umiltà i suoi insegnamenti e modello di vita e avvicinarci a Lui e a Shri Krishna attraverso i nove sentieri dell'Amore prima accennati.
Leggiamo adesso dalla Prabhupada Lilamrita le ultime ore della vita di Shrila Prabhupada in questo mondo: "La lezione finale".
Dopo la lettura dall'opera di Satsvarupa Maharaja prosegue la riflessione di Shrila Gurudeva...
Shriman Matsyavatara Prabhu:
Shrila Prabhupada consentì a centinaia di migliaia di persone di trasformare la loro vita trasformando la loro visione, permettendo loro di uscire dalla dipendenza e dall'identificazione con la struttura della materia in cui abitiamo. Shrila Prabhupada ha dato il seguente insegnamento fondamentale: cerca di comprendere la differenza tra te essere spirituale e il corpo psicofisico, cerca di realizzare il potenziale divino che è disponibile a chiunque a prescindere da età, sesso, posizione sociale, cultura... Shrila Prabhupada ci ha dato l'esempio. Essere Acarya significa essere esemplari. Attraverso il suo esempio e modello di vita, Shrila Prabhupada ha reso comprensibili le sue parole e gli insegnamenti degli Shastra.
Una persona può trovarsi la Bhagavad-gita tra le mani, leggere alcuni passaggi sublimi e riflettere tra sé e sé: "Che bello sarebbe vivere così, ma chi ci riesce? Io certo non potrò riuscirci." Occorre un modello, un esempio, occorre chi vive gli insegnamenti della Bhagavad-gita in maniera costante, fedele, coerente e gioiosamente. Ecco che il libro si fa persona e quel che appare bello diventa anche fattibile, applicabile nella nostra vita. Ed è questo che è accaduto a tutti noi. Perché? Perché Shrila Prabhupada viveva la Bhakti così, gioiosamente e intensamente nella propria vita, a prescindere da quel che la vita gli presentava in termini di prove, difficoltà e ostacoli da superare: problematiche familiari, professionali, malattie, incomprensioni con i propri confratelli, ecc. Il mondo materiale non ha fatto uno sconto nemmeno a Shrila Prabhupada, ma il suo star bene con se stesso, il suo dipendere da Krishna in ogni circostanza senza mai diventare fatalista, gli ha permesso di vivere in questo mondo con pura coscienza spirituale. La fede non è fatalismo, è creatività evolutiva nella misura in cui si ricerca la soluzione più idonea alle nostre problematiche; se ci impegniamo con serietà e con fede, essa si manifesta grazie alla presenza di Krishna nel cuore, Shri Paramatma, e dell'aiuto del Guru all'esterno.
Grazie alla misericordia divina, Shrila Prabhupada ha saputo intraprendere missioni avventurose e faticose per soddisfare il desiderio del suo Guru Maharaja. Ha saputo affrontare rischi, pericoli, solitudine, malattie, tentazioni... Krishna ha benedetto Shrila Prabhupada con un tale successo che dal possedere nulla, aveva avuto con il suo movimento uno sviluppo enorme, equiparabile a quello delle imprese più ricche e invidiate, ma Shrila Prabhupada è rimasto esattamente la stessa Persona. Niente orgoglio, niente superbia, niente ambizioni materiali o entusiasmi facili. È rimasto la stessa Persona che era quando con 40 rupie si è recato in America. Sempre dedito allo stesso amore per Krishna e per tutte le creature. Shrila Prabhupada aveva tanti talenti, era versatile, dotato di grandi abilità, ma era prima di tutto un puro devoto del Signore.
Era amorevole con tutti, perché tutti erano potenzialmente devoti per Shrila Prabhupada. Non aveva sempre lo stesso umore o lo stesso tono di voce, a volte si infervorava, parlava con parole forti, a volte correggeva, a volte elogiava, altre volte si commuoveva, ma il suo interesse era sempre quello di migliorare la comprensione dei devoti, la loro salute, l'immagine del Movimento. Dobbiamo smascherare quel modo artificiale che va tanto di moda di vedere un Acarya come distaccato da tutti e da tutto. Prabhupada era molto interessato al buon esito dei vari servizi, ci teneva che tutto funzionasse e scorresse al meglio, affinché ciò potesse soddisfare Krishna e favorire l'elevazione spirituale di tante persone.
Vita spirituale non significa vita sterile, non si deve vivere nel gelo, senza relazioni, senza affetto, senza simpatia, senza amore. Dobbiamo solo stare attenti verso chi dirigere questi sentimenti. Non dovremmo privilegiare ciò che sollecita sul piano materiale, bensì impegnarci a realizzare i nostri desideri spirituali che rappresentano la nostra vera essenza. Prabhupada aveva Krishna nel cuore e pensava sempre a cosa poteva dire o fare per avvicinare le persone a Dio. Krishna aveva una relazione con Shrila Prabhupada e Shrila Prabhupada l'aveva con Krishna e ciò era visibile in ogni attività che svolgeva, sia in quei momenti di grande vigore quando ad esempio prendeva l'iniziativa per far scorrere un servizio che magari stava ristagnando, sia quando negli ultimi giorni di vita in questo mondo veniva portato di fronte alle Divinità su di una palanchina perché era in una condizione di estrema debolezza fisica e non riusciva più a camminare. In ogni circostanza Shrila Prabhupada ha dimostrato di essere un puro devoto di Krishna.
Quando leggo la Bhagavad-gita, capitolo dodicesimo, shloka da 13 a 20, io vedo Shrila Prabhupada. Ho conosciuto tanti devoti amabili, ma Prabhupada è per me il modello.
Prabhupada era sempre collegato a Krishna ed aiutava tutti ad offrire i propri talenti ed energie nel servizio al Signore.
La parte più bella di Shrila Prabhupada è il suo essere così devoto!
Sapeva fare bene tante cose: era un bravissimo cuoco, un grammatico, un grande predicatore, un eminente filosofo e studioso, era esperto nel suonare e nell'offrire laudi al Signore, ma la sua caratteristica principale era la devozione pura e ardente per Dio e il suo impegno costante nell'educazione spirituale, per aiutare altri a diventare puri devoti del Signore. Grande era, e sicuramente lo è tuttora, la soddisfazione di Shrila Prabhupada nel vedere persone intraprendere con serietà la via della Bhakti. Ed è questa soddisfazione la sorgente della forza di tutti quei devoti che portano Shrila Prabhupada nel cuore.
Nonostante l'apparente dipartita l'Acarya vive per sempre con noi, se noi viviamo con Lui. Come dice Satsvarupa Maharaja nel suo omonimo libro: “He lives forever...”
“I sapienti sanno che l’attaccamento a ciò che è materiale è causa della più grande schiavitù. Ma quello stesso attaccamento, se rivolto ai devoti del Signore pienamente realizzati, apre le porte alla liberazione”. (Shrimad Bhagavatam III. 25.20)