Una lettura spirituale, un dolce insegnamento

Questa mattina mi sono alzato un po' più tardi rispetto al solito (ieri sera siamo andati a riposare in tarda serata dopo un bellissimo bagno sugli scogli e dopo la condivisione di ispiranti bhajan) e mi sono recato come di consueto a Bhaktivedanta Ashrama per il programma spirituale del mattino. Nel tempio erano presenti Shrila Gurudeva e Manupatni Mataji che, ispirati, cantavano il Santo Nome del Signore. Abbiamo poi offerto il puja alle Divinità ed al termine, pensando che Shrila Gurudeva mi avrebbe congedato invitandomi a proseguire con gli impegni del servizio (nel Tempio eravamo rimasti solo Lui ed io), con sorpresa, Guru Maharaja mi chiede di porgerGli lo Shrimad Bhagavatam per la lezione del mattino.

Questo è stato il primo Insegnamento della giornata: a prescindere da quanti Devoti sono nel Tempio è sempre importante rispettare il programma spirituale, che dona forza, vigore e gioia. I versi scelti per la lettura sono tratti dallo Shrimad Bhagavatam, Canto V Capitolo 8: “La personalità di Bharata Maharaja”. Shrila Gurudeva legge in particolare gli shloka da 8 a 18. In questa mia riflessione mi soffermo sul verso N.8:

“Gradualmente Maharaja Bharata vide crescere il suo affetto per il cerbiatto. Si mise ad allevarlo e a nutrirlo, dandogli dell'erba; stava sempre molto attento a proteggerlo contro gli attacchi delle tigri e degli altri animali. Quando la pelle gli dava prurito, egli lo grattava e lo accarezzava sforzandosi in ogni momento di assicuragli ogni comodità. A volte lo baciava per mostrargli il suo amore. Maharaja Bharata arrivò a dimenticare le regole e i principi del progresso spirituale e anche l'adorazione di Dio, tanto che si era attaccato alla cura di questo animale. Nell'arco di alcuni giorni soltanto dimenticò della sua vita spirituale”.

Nel Commento, Shrila Prabhupada scrive:

“Questo esempio ci deve far comprendere come dobbiamo essere prudenti nel compimento dei nostri doveri spirituali, osservando senza fallire tutti i principi regolatori e cantando regolarmente il mahamantra Hare Krishna. Se trascuriamo questi doveri finiremo prima o poi per cadere. Bisogna alzarsi presto al mattino, lavarsi, assistere a mangala-arati, adorare le murti, cantare il mantra Hare Krishna, studiare le scritture vediche e rispettare tutte le regole stabilite dagli acarya e dal maestro spirituale. Se ci allontaniamo da questa via rischiamo di cadere, anche se eravamo già molto avanzati [...]”.

Mentre leggiamo il Commento di Shrila Prabhupada ci raggiunge nel Tempio anche un altro caro confratello, con il quale ascoltiamo le riflessioni del nostro Maestro.

La natura materiale ha una potenza molto forte ed anche le grandi anime non possono esimersi dal rispettare le regole che, se praticate con devozione, consentono di ascendere verso le alte e luminose vette della consapevolezza. L'appuntamento mattutino con il japa, l'adorazione delle murti, l'ascolto dello Shrimad Bhagavatam, permettono di affrontare gli impegni nel mondo con un sano distacco, senza attaccamenti morbosi e condizionanti. Maharaja Bharata, seppur fosse una grande personalità sul piano spirituale, venne meno ai suoi impegni con la sadhana a causa di un attaccamento non equilibrato verso un cerbiatto, e per questo perse il gusto per la pratica spirituale e per l'adorazione del Signore. Ciò, causò la caduta, e l'estinzione dell'ispirazione, che lo aveva accompagnato prima dell'incontro fatale con l'animale. Naturalmente questo non significa che dobbiamo diventare insensibili verso tutto ciò che non è legato al cammino spirituale, bensì affrontare gli impegni e le responsabilità con equanimità, elargendo misericordia e compassione attraverso un comportamento ispirato dalla pratica costante e dalla devozione.
Credo che ricorderò a lungo questa speciale mattinata per il semplice e dolce Insegnamento ricevuto.