Quella coincidenza che rende possibile l'incontro

Il seminario conclusivo sulla Bhagavad-gita è iniziato da qualche giorno.
Ogni giorno ascoltiamo da Shriman Matsyavatara Prabhu insegnamenti meravigliosi, quelli che Shri Krishna offre ad Arjuna all'apice del loro dialogo e la cui verità appare così evidente che sembra scolpita su roccia.
Guardando fuori dalle finestre vediamo montagne imponenti, che si stagliano verso l'alto. Ancora più imponenti, forti, stabili e belli sono gli insegnamenti che abbiamo la fortuna di ascoltare, di interiorizzare, di prendere a modello per impostare, rinnovare, edificare la nostra vita.

Shriman Matsyavatara Prabhu:

“Prego il mio Guru Maharaja, Bhaktivedanta Swami Prabhupada, che mi permetta di spiegare l'insegnamento conclusivo di Shri Krishna ad Arjuna con la massima umiltà, che è quella che ci consente di volare in alto, perchè l'insuperbimento, l'orgoglio, non ci rendono meritevoli di ricevere le benedizioni divine.

Ma davvero noi possiamo meritare una benedizione?
Sì, la possiamo meritare: non perché abbiamo agito in maniera perfetta, ma perché sinceramente abbiamo fatto tutto il meglio di quello che era nelle nostre possibilità.
L'umiltà vera, non ostentata, non pavoneggiata, è quella che si vive e si esprime nelle azioni di tutti i giorni, quando ci impegniamo al massimo, coscienti dei nostri attuali limiti ma fiduciosi nelle immense potenzialità divine, senza pretendere per noi nessun riconoscimento personale egoistico.
Questo pensiero è contrario alla logica utilitaristica imperante nel mondo, ed infatti con la sola logica del mondo la Bhagavad-gita non si comprende.
Prasadam, la grazia divina, è fondamentale per comprendere l'insegnamento di Shri Krishna. L'ineffabile grazia divina che discende, è un'energia invisibile. Non si tocca, non si misura, non si conquista con virtù mondane. Essa si manifesta quando si verifica quella speciale coincidenza o confluenza di due volontà: quella umana e quella divina. E' questa speciale coincidenza che rende possibile l'incontro con Dio.
In questo incontro il ricercatore si riappropria di quel bene inalienabile che è l'eternità e l'eterna sapienza, che si realizzano appieno quando c'è l'affidarsi totale, senza paure, all'immensa forza divina che ha la potenza dell'amore. Nella misura in cui cessiamo di voler veder brillare il nostro pseudo ego e gioiamo dello splendore di Dio, siamo in grado di riconoscere in Lui la nostra metà, o la parte migliore di noi stessi, e riusciamo ad affidarci, il che vuol dire: a darci con fede. Dio è l'altra parte di noi e una volta riscoperta non se ne può più fare a meno, perché senza di essa ci sentiamo irrimediabilmente soli. È da qui, infatti, che si originano tutte le forme di solitudine che si sperimentano in questo mondo.
Se non ci ricongiungiamo a quella parte più bella, più grande e più ideale di noi che è Dio, non potremo mai vincere quel mal di vivere che è la solitudine e la paura che le è spesso correlata.
Man mano che s'intensifica il nostro cercare il Signore, diventiamo così attraenti con il nostro impegno e con la nostra sincerità che Dio fa subito dei passi verso di noi, molti di più di quelli che noi avevamo fatto verso di Lui.
La realizzazione spirituale non dipende solo dal nostro andare verso Dio ma anche dal nostro attrarre Dio verso di noi. La distanza tra noi e Lui potrebbe essere immensa e se dovessimo percorrerla tutta noi sarebbe un viaggio molto lungo, quasi impossibile. Ma se attraiamo Krishna con il nostro comportamento, questo ridurrà enormemente le distanze. Tutto il bene che altrimenti apparirebbe così distante, diventa immediatamente disponibile quando Dio è attratto dal nostro pensare, dal nostro desiderare non caparbio ma pronto a cogliere la vocatio che si sente nel cuore, dal nostro parlare ed agire a beneficio di tutti.
La Bhagavad-gita ci guida in questo percorso. Essa non è arida conoscenza. È quella conoscenza che diventa incontro con Dio. Quell'incontro che diventa Sapienza, Amicizia, Amore.
Per questo la Bhagavad-gita è da considerarsi una delle più grandi e straordinarie opere della filosofia perenne.”

Alcune immagini del seminario...