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Quando noi a Lui ci affidiamo

Matsyavatara dasa - Marco Ferrini

Il creato, è falso ed illusorio? Gli Shastra ci spiegano che la sua forma è limitata e temporanea, ma la sua essenza ha natura ontologica eterna; diventa illusorio e illudente se noi non lo viviamo nello spirito dell'offerta, se non lo colleghiamo alla sua origine, al Creatore, a Dio, a quella verità unica di cui tutti siamo parte. La realtà dietro le apparenze la si percepisce nella misura in cui ci affidiamo a quella sorgente unica. Nella misura in cui ci affidiamo a Dio, l'essenza del mondo si manifesta, si rende percepibile e al tempo stesso noi ci manifestiamo a noi stessi, non come prodotti storici, condizionati, vincolati in un tempo lineare, dalla creazione all'apocalisse, ma in un'eternità di beatitudine. Tutto ciò diventa possibile se impostiamo bene la nostra relazione con Dio, con il suo creato e le sue creature (Sambhanda).

Come si sperimenta lo stato di Sambhanda? Agendo in armonia con il progetto divino, Abhideya. Comprendendo il dharma e agendo nel dharma diventiamo persone dharmya, che sostengono l'ordine cosmo-etico, che lo servono e agiscono coerentemente ad esso, sostegno non solo dell'universo creato ma di tutti i mondi.
Chiediamoci quanto siamo attratti dalle apparenze e quanto invece dall'essenza. Per chi si attacca alla realtà, l'illusione svanisce e Maya cessa di essere un ostacolo tra l'uomo e Dio. Per chi invece si attacca all'immanente, Maya diventa un ostacolo sempre più grande che copre la natura originaria di ogni essere di sat, cit ananda: eternità, consapevolezza, beatitudine.
Il retto comportamento sorretto dal retto intendimento, secondo l'ortoprassi insegnata da Shri Caitanya Mahaprabhu nella via dell'Amore, Bhaktimarga, si esprime attraverso l'offerta e la devozione a Dio. La Bhakti, attraverso l'offerta e il servizio, diventa pratica di vita, concreta realtà di questo mondo, che nel mondo compie opere e che il mondo trasforma. Il servizio è di straordinaria importanza: sul piano teorico si può pensare di aver compreso, ma è nelle prove e nel laboratorio della vita di tutti i giorni che possiamo testarci e imparare a correggerci e a migliorarci in ogni momento.
Sbagliare è umano, perseverare è demoniaco, correggersi è divino. Correggersi è possibile se viviamo nella prospettiva dell'eternità, e se abbiamo sviluppato la giusta attitudine, l'eternità la possiamo vivere anche qui ed ora. Non è che per arrivare alla meta bisogna necessariamente morire e rinascere chissà quante volte, tutto dipende da come noi ci predisponiamo, da quanto riusciamo ad imparare a servire Dio in ogni circostanza, con amore, in comunione con creato e creature, e questo alto stadio di realizzazione si definisce Prayojana. Così Shrila Jiva Gosvami spiega il significato dei tre passi fondamentali nel nostro percorso spirituale: Sambhanda, Abhideya, Prayojana.

Matsyavatara dasa - Marco Ferrini

Ascoltavo stamani una lezione di Shrila Prabhupada in cui spiegava la metafora dell'albero riflesso nell'acqua: se cercate di nutrirvi con i frutti di quell'albero riflesso non riuscirete a saziarvi.

Prayojana significa agire in questo mondo relazionandoci con l'essenza, non con le apparenze in fuga. Shri Caitanya Mahaprabhu spiega che questo mondo diventa reale e per noi strumento di evoluzione nel momento in cui lo mettiamo al servizio del Signore, quando lo consideriamo non come cosa nostra ma come Sua espansione.
Coltivando questa attitudine, anche gli ostacoli che incontriamo lungo il percorso evolutivo li possiamo trasformare in occasioni per accelerare il passaggio dalla dimensione temporanea a quella della sapienza e della beatitudine, nella prospettiva dell'eternità.
Ci sono circostanze in cui ci risulta difficile servire, magari per una malattia invalidante, o perché siamo vecchi decrepiti o perché siamo legati mani e piedi. Ma in verità servire non dipende da nulla di esteriore e nulla di esteriore può ostacolarci nel servire: in ogni circostanza possiamo nutrire in noi la disposizione alla sacra seva, ed è in questa volontà e attitudine divina che risiedono il cuore e l'essenza della Bhakti. Quando non possiamo manifestare all'esterno il nostro stato d'animo, magari cantando e danzando, possiamo sempre e comunque cantare e danzare nel cuore. È così che la paura svanisce, che si ritrova il nostro contatto con Dio, quando noi a Lui ci affidiamo.

  Riflessione di Shriman Matsyavatara Prabhu, Shri Vyasapuja, 16 marzo 2013

Matsyavatara dasa - Marco Ferrini

 

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