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Il gioiello del Nome divino

Matsyavatara dasa - Marco Ferrini

Alle 5.30 di questa mattina Shrila Gurudeva ci offre un'ispirante riflessione su Harinama Cintamani, mentre siamo raccolti nel tempio di Bhaktivedanta ashrama.
E' stato un inizio meraviglioso di questa giornata dedicata a Shri Govardhana Mahotsava.

Shri Govardhana puja, ki jay! 
Harinama Cintamani, ki jay!

Shriman Matsyavatara Prabhu:
“Nelle opere della tradizione indovedica si definisce “Cintamani” l'equivalente della pietra filosofale descritta nei testi alchemici occidentali, la quale conferiva essenzialmente tre doni: l'immortalità, l'onniscienza, la capacità di trasformare vili metalli in oro. Cintamani è la pietra preziosa che soddisfa ogni desiderio.

La Brahma Samhita spiega che in Vaikuntha la pietra Cintamani è presente ovunque. Ma essa si trova anche in questo mondo nella forma dell'Harinama, il Nome divino.
Altre narrazioni nel Mahabharata ci parlano dell'esistenza nell'era di Satya dell'albero Kalpavriksha che, ben differente dagli alberi ordinari, era anch'esso capace – come la pietra Cintamani - di soddisfare ogni desiderio.
Secondo la Tradizione, in quest'era di Kali il Mahamantra costituito dai Nomi divini di Hare, Krishna e Rama, ha lo stesso potere della pietra Cintamani e dell'albero Kalpavriksha. Commette infatti un grave errore chi considera il Mahamantra sullo stesso piano di altre pratiche religiose come i riti, i sacrifici, le ascesi. Chi invece sa comprendere e accogliere il grande valore spirituale del Mahamantra e sgombra la psiche da un'attitudine irriguardosa o addirittura offensiva, farà esperienza dell'immensa potenza trasformatrice prodotta dall'invocazione dei Nomi divini.

Uno dei risultati più importanti che tale pratica gradualmente produce, se portata avanti con fede, devozione e costanza, è l'esperienza di una gioia prorompente che non dipende da ciò che avviene all'esterno, da quel che altri dicono o fanno. Una gioia essenziale che scaturisce dal sé, che non è vincolata a posizioni specifiche di varna o ashram, poiché attiene alla natura stessa dell'anima.
In quell'alto stato di coscienza che si conquista attraverso l'invocazione dei Nomi divini, la persona si percepisce nella sua identità ontologica spirituale, dunque esprime la migliore versione di se stessa e si sente situata nella migliore posizione possibile, a prescindere dalla propria temporanea collocazione socio-storica perché - nonostante sia ancora nel mondo e in un corpo fisico - nella coscienza è già in Vaikuntha.

Mentre il corpo e la mente sono la sede delle nostre sofferenze, l'essere spirituale è sat-cit-ananda vigraha, individualità spirituale costituita di eternità, consapevolezza e beatitudine; dunque il più alto scopo da raggiungersi nella vita consiste nel situarci in questa posizione ontologica e Harinama Mahamantra è la pratica più efficace che ci permette di accedere a questa nostra reale natura.
Siamo immersi in un clima psichico che risente di tutte le caratteristiche nefaste di Kali yuga, dunque tale pratica spirituale quotidiana per il risveglio della consapevolezza non è un optional. È la condizione minima per mantenerci lucidi e per evolvere spiritualmente.
Come sarebbe difficile mantenere il candore di una veste bianca se la indossassimo tutto il giorno e anche la notte, lo stesso si può dire della nostra “veste “ mentale, anch'essa soggetta ad innumerevoli contaminazioni. Non c'è modo di tenerla lucida, luminosa ed equilibrata se tutti i giorni non ne ripristiniamo il candore con la pratica del Mahamantra.

Matsyavatara dasa - Marco Ferrini

Che la contaminazione psichica sia la conseguenza di una nostra sbagliata attitudine o sia l'effetto dell'accostamento a cose o persone che l'hanno prodotta, non fa grande differenza. In ogni caso dobbiamo purificare la mente da quelle contaminazioni che l'hanno macchiata e ottenebrata.
Ognuno è portatore non solo di un campo elettromagnetico ma anche di un campo psichico che irradia attorno a sé la propria influenza, dunque evitare le energie negative al 100 per cento è pressoché impossibile; un po' come quando si cammina per strada e non sempre si riescono ad evitare gli spruzzi di fango lanciati da qualche auto che ci passa accanto.
Per sfuggire alle contaminazioni della mente non basterebbe neanche un assoluto isolamento, perché anche in quella condizione la nostra coscienza risentirebbe delle memorie di esperienze negative accumulate nell'inconscio. Dunque non c'è reale rifugio se non Harinama Mahamantra.
Questa pratica spirituale compiuta nelle prime ore del mattino che sono di massimo buon auspicio (Brahma Muhurta) non può essere differita perché siamo pigri o perché abbiamo altro da fare. Può capitare una malattia o un altro effettivo impedimento momentaneo, ma apatsu dharma diventa a-dharma quando non c'è un reale stato di emergenza che lo giustifica.

Che il nostro cuore esprima gratitudine verso chi ci ha insegnato questa grandiosa pratica per l'elevazione della coscienza e, quando incontriamo qualche ostacolo, ricordiamoci quanta imperfezione c'era in noi e quanti miglioramenti ci sono stati grazie al percorso spirituale compiuto. In questo modo potremo incrementare la nostra fiducia e con fede e coraggio affrontare le prove che la vita ci offre per favorire e velocizzare la nostra evoluzione. 

Riflettiamo sui dieci principali comportamenti e attitudini sbagliate (dasha aparadha) che ostacolano il nostro dedicarci all'invocazione dei Nomi divini e al contempo cerchiamo di sviluppare i comportamenti opposti che invece ci innalzano e ci permettono di perfezionare la nostra pratica meditativa. Harinama Mahamantra può condurci in quella dimensione di coscienza dove c'è solo luce splendente. Là non ci sono nuvole, né tenebre. Risplende il sole dell'eterna consapevolezza e beatitudine. Il sole dell'Amore divino. In quella dimensione si realizza che la vita incarnata passa in un soffio, come dice la bellissima laude di Govinda das “Bhajahure mana”, e si comprende qual è il senso da dare a questo segmento di esistenza incarnata, affinché sia per noi strumento di ricongiunzione all'Assoluto, all'Eterno, a Dio nel suo infinito incondizionato Amore.
Non familiarizzate mai con la pratica di Harinama Mahamantra e non banalizzatela. Tante persone hanno perso questo incomparabile tesoro credendo di averlo ormai a portata di mano. Occorre invece sentirci sempre bisognosi di aiuto, e soprattutto bisognosi di disciplina spirituale per mantenerci almeno fuori dalle nebbie prodotte dai condizionamenti, non perdere l'orientamento e continuare il nostro percorso evolutivo, fino alla meta.”

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