Storia di Aja Ekadashi
Yudhisthira Maharaja disse: "Janardana, protettore di tutti gli esseri viventi, Ti prego, dimmi il nome dell'Ekadashi che cade nel periodo di luna calante del mese di Bhadrapada (agosto-settembre)."
Il Signore Supremo, Shri Krishna, rispose: "Re, ascoltami attentamente. Il nome di questa sacra Ekadashi, che rimuove ogni peccato, è Aja. Chiunque osservi il digiuno totale in questo giorno, adorando Hrshikesha, il Signore dei sensi, si libera da tutte le reazioni del peccato. Anche solo ascoltando parlare di questa Ekadashi ci si libera dalle conseguenze delle colpe passate. Sire, non esiste giorno migliore di questo su tutta la terra e i mondi celesti, senza il minimo dubbio.
C'era una volta un famoso re di nome Hariscandra, che era imperatore del mondo e persona di grande integrità e veracità. Sua moglie si chiamava Candramati e avevano un figlio di nome Lohitasva. Fu però destino che Hariscandra perdesse il suo immenso regno, tanto da dover vendere persino la moglie ed il figlio. Nonostante le sue virtù, il re divenne servo di una persona degradata che lo mise a guardia di un crematorio. Eppure, benché costretto a compiere una mansione così umile, egli non dimenticò mai il suo amore per la verità e il suo carattere nobile, proprio come il soma-rasa che, anche se mischiato con qualsiasi altro liquido, non perde mai la sua caratteristica di conferire l’immortalità.
Il re trascorse molti anni in queste condizioni. Un giorno sopraffatto dalla tristezza pensò: "Che cosa devo fare? Dove posso andare? Come posso liberarmi da questa tragica situazione?". Mentre rifletteva così, si sentiva sprofondare sempre più in un oceano di ansia e di sofferenza.
Un giorno capitò da quelle parti un grande saggio; non appena lo vide il re pensò felice: “Ah, il signore Brahma ha creato i brahmana proprio per aiutare gli altri." Hariscandra offrì i suoi rispettosi omaggi al saggio, che si chiamava Gautama Muni. Si presentò a mani giunte davanti a Gautama e gli narrò la sua pietosa storia. Gautama Muni fu colpito da quella vicenda così dolorosa e pensò: "E' davvero sorprendente che questo potente sovrano si sia ridotto in questo modo". Gautama provò grande compassione per Hariscandra e gli insegnò il metodo di purificazione col digiuno, dicendogli: "Sire, nella quindicina di luna calante del mese di Bhadrapada cade un'Ekadashi chiamata Aja: essa conferisce meriti speciali e cancella ogni peccato. Questa Ekadashi è così propizia che semplicemente digiunando in quel giorno, senza compiere nessun'altra ascesi, vedrai annullate tutte le tue colpe. Per tua grande fortuna, questa Ekadashi cadrà tra soli sette giorni. Ti raccomando dunque di digiunare durante questo giorno e di rimanere sveglio per tutta la notte: in questo modo tutte le conseguenze delle tue colpe passate avranno fine. Hariscandra, io sono venuto a te grazie alle tue buone azioni passate; ora ti auguro ogni fortuna per il futuro." Detto questo, il grande saggio Gautama d’improvviso scomparve.
Nel sacro giorno di Aja Ekadashi il re Hariscandra seguì le indicazioni di Gautama sul digiuno. Oh Yudhisthira, per aver osservato il digiuno in quel giorno, il re fu subito liberato dalle conseguenze dei suoi peccati. Leone tra i re, questo è il potere di questo digiuno di Ekadashi che fa svanire immediatamente ogni sofferenza imposta dalle colpe passate. Fu infatti così che tutte le sofferenze di Hariscandra cessarono. Solo grazie al potere di questa straordinaria Ekadashi ritrovò la moglie e il figlio che, da morti che erano, furono riportati in vita. Dal cielo i deva presero a suonare i tamburi e a gettare una pioggia di fiori su Hariscandra, la sua regina e suo figlio. Per le benedizioni del digiuno di Ekadashi egli recuperò anche il regno senza difficoltà. Inoltre, quando il re Hariscandra lasciò questo pianeta, tornò nel mondo spirituale portando con sé i parenti e tutti i sudditi.
Pandava, chiunque digiuni in Aja Ekadashi sarà sicuramente liberato da tutti i suoi peccati e ascenderà al mondo spirituale. E chiunque ascolti e studi le glorie di questa Ekadashi ottiene il merito conferito dalla celebrazione del più grande sacrificio."
Così termina la narrazione delle glorie di Bhadrapada-krishna Ekadashi, tratta dal Brahma-vaivarta Purana, detta anche Aja Ekadashi.