La discesa di Krishna nel cuore
Oggi si celebra la ricorrenza sacra più importante: la discesa di Shri Krishna in questo mondo, Shri Krishna Janmasthami. Non è solo un evento cosmico al quale il cosmo intero partecipa: Krishna rappresenta invero l'origine stessa del cosmo e della vita in ogni sua variegata e infinita espressione.
Nelle narrazioni puraniche si dice infatti che il mondo scaturisce dai poli della sua pelle. Il mondo che è meravigliosa opera del suo meraviglioso Signore. Shri Ramanuja, un grande acarya vissuto a cavallo tra l'undicesimo e il dodicesimo secolo, descrive Krishna come il sommo Bene che trasfonde tale sommo Bene e suprema Bellezza nella sua creazione. Ma perché allora nel mondo esiste anche il male? Perché gli esseri, che hanno le stesse qualità di Dio seppur in misura infinitesimale, sono dotati della facoltà del libero arbitrio, per cui possono scegliere se compiere il bene o compiere il male.
Con le ere cosmiche che avanzano, rajas e tamas prendono il sopravvento e influenzano talmente la coscienza degli esseri che la vita in questo mondo diventa sempre più miserevole e problematica, così Krishna discende – all'inizio dell'attuale era di Kali, che tradizionalmente risale a 3200 anni a.C. - per alleviare le sofferenze delle creature e riportare la luce, la visione, la speranza e la fede nell'Amore. Così Krishna stesso afferma nella Bhagavad-gita: discendo di era in era per ristabilire i principi del dharma, dare rifugio ai sadhu e sconfiggere gli asura che dissestano il pianeta. E ancor più discende per reciprocare i sentimenti d'amore e devozione dei suoi devoti. Oggi, con umiltà e profonda gratitudine, celebriamo questa gloriosa manifestazione divina.
Predisponiamoci adeguatamente, prepariamo nel nostro cuore un trono degno per il Signore, affinché possa manifestarsi dentro di noi, nella nostra vita, nell'intimo della nostra coscienza: che Shri Krishna Janmasthami sia per noi la discesa di Krishna nel profondo del nostro cuore. Come dice uno degli Alvar: Dio è nel cuore di chi lo ha nel cuore.
In questo giorno di speciale buon auspicio, che ognuno si chieda: perché ho scelto di adorare Krishna? Che ognuno ripensi alle motivazioni profonde delle proprie scelte spirituali. Interrogatevi, approfondite le vostre realizzazioni, rifuggite il rischio di essere bhakta sentimentali, perché il sentimentalismo è la malattia del sentimento vero, come l'assolutismo è la degenerazione della tensione verso l'assoluto.
Celebrare Krishna Janmasthami significa meditare su Krishna, sulle sue avventure divine, sulle sue qualità e opere eccelse, e sulle qualità che Krishna di più apprezza nei suoi devoti, negli esseri che a Lui si rivolgono per chiedere guida, conforto, visione, amore. E' sulla base di quelle qualità che ciascuno di noi dovrebbe rimodellare la propria vita. Le troviamo perfettamente descritte nel dodicesimo capitolo della Bhagavad-gita, shloka da 13 a 20.
Che ognuno di noi, specialmente oggi, si predisponga a diventare come Dio apprezza e gradisce. E se una persona non avesse desiderio di diventare in quel modo? Può sempre desiderare di desiderare. Anche questo è un importante passo verso il Signore.
Oltre a predisporci ad essere come a Krishna piace, a sviluppare quelle qualità che più gradisce, dobbiamo anche evitare accuratamente le offese. Esse sono il pericolo più grave che mette a rischio la nostra evoluzione. Memorizzate le dieci principali offese da evitare, che vengono descritte da Shrila Rupa Gosvami nel Bhakti Rasamrita Sindhu, e in modo particolare evitate la più distruttiva: sminuire, denigrare, offendere chi dedica la vita alla diffusione delle glorie del Signore. Krishna Janmasthami si celebra anche evitando rigorosamente quella attitudine e predisposizione offensiva che inevitabilmente porta a compiere errori gravi ed offese. E le offese dobbiamo evitarle non solo nei confronti dei grandi rishi o personalità sante, ma anche nei confronti di quei devoti che ci stanno accanto e come noi si sforzano di evolvere, e nei confronti di tutti gli esseri.
Krishna non bada alla posizione che uno riveste, ma guarda alla qualità della sua devozione. Quando vede quella qualità, Krishna parla al suo devoto, lo ispira, lo conforta, lo guida, perché nel suo devoto vede la volontà a sviluppare compassione e misericordia, fiducia verso tutti gli esseri, non badando ad eventuali offese ricevute. Quando Krishna vede che il suo devoto si sta adoperando per diventare proprio come a Lui piace, riversa su quell'essere infinite benedizioni e amore. Con questa consapevolezza e con questi sentimenti, attendiamo che Krishna appaia, prima di tutto nei nostri cuori, nella nostra memoria, nella nostra coscienza. E questo accadrà nella misura in cui noi Lo invocheremo, Lo celebreremo con devozione, mediteremo sulle sue qualità e avventure divine.
Matsyavatara dasa
Shri Krishna smaranam, ki jaya! Shri Krishna Janmasthami, ki jay!